Lavitola: “Pressioni sui politici per i fondi a L’Avanti”

Pubblicato il 20 Aprile 2012 - 23:47 OLTRE 6 MESI FA

NAPOLI – Un vertice tra magistrati a Roma, un’occasione per condividere gli ”spunti investigativi” e fare ordine tra le diverse inchieste che ruotano attorno a Valter Lavitola, arrestato lunedi’ al rientro in Italia dopo una latitanza trascorsa tra Panama e Argentina. I sostituti procuratori di Napoli Francesco Curcio, Vincenzo Piscitelli e Henry John Woodcock e il procuratore aggiunto Francesco Greco – che indagano ora anche sui nuovi filoni dei finanziamenti all’Avanti e della corruzione internazionale con i governanti di Panama – si sono incontrati con i colleghi della capitale (il procuratore Giuseppe Pignatone, Paolo Ielo e Laura Condemi, e l’aggiunto Alberto Caperna).

Come detto, un colloquio per fare il punto sulle indagini che condotte dai rispettivi uffici ma con aspetti in comune, in particolare quelle sulla cosiddetta P4 e sugli appalti di Finmeccanica. Nessuno scambio di atti ma solo ”un doveroso” scambio di informazioni, spiegano i magistrati. Intanto, dalla lettura dei documenti allegati, emergono nuovi particolari sull’inchiesta per i finanziamenti all’Avanti. Per ottenere i finanziamenti pubblici – emerge da una intercettazione telefonica – la cui erogazione era a rischio per mancanza di fondi, il direttore del quotidiano Valter Lavitola faceva pressioni su politici di diversi partiti.

Gli inquirenti hanno esaminato una telefonata tra il giornalista e Vincenzo Ghionni, suo socio nonche’ componente della commissione tecnica consultiva per l’editoria a sua volta arrestato lunedi’ scorso. Lavitola e Ghionni hanno calcolato il loro fabbisogno in 70 milioni, ma lo stanziamento da parte del governo non e’ certo. La sintesi della conversazione e’ riportata nel brogliaccio degli investigatori.

Ghionni ”dice di aver chiamato la Lega, di aver allertato l’amministratore delegato della Padania… poi ha parlato con l’Udc, con Adornato e la prossima settimana parlera’ con Gentilone”. Lavitola ”gli dice che Bonaiuti ha scritto una lettera a Tremonti ed a Canzio, Tremonti gli ha risposto che i soldi non li ha in quanto non e’ stato fatto il gettito di entrata, che comunque lo fara’ solo se glielo dice Berlusconi al quale ha mandato un appunto che lui ancora non legge, mentre Fini si sta muovendo”. Ghionni lo interrompe ”dicendo di aver parlato con Raisi, il quale dice che il problema si risolvera’, pero’ lui non si fida”.

Lavitola ”gli dice di insistere molto su An, sulla Lega e Verdini, poi chiede se ha parlato con Verdini”. Ghionni replica che ha parlato ”con Buracchio, di non aver contatti diretti con Verdini, comunque secondo lui Verdini e’ inaffidabile”. Di li’ a poco Lavitola ”dice che, essendo una legge del Parlamento, il ministro e’ tenuto a seguirla, quindi la posizione del presidente della Camera potrebbe essere determinante”. Per Ghionni ”sarebbe opportuno aggirare la sinistra”.

Lavitola ”dice che potrebbe interpellare Schifani”. Sulla vicenda dei finanziamenti fu interrogato lo scorso anno dai pm, in qualita’ di testimone, anche l’ex ministro e coordinatore di Forza Italia e Pdl Sandro Bondi. L’importo delle inserzioni pubblicitarie di Forza Italia e Pdl sul quotidiano Avanti nel 2008, nell’ambito di una campagna di comunicazione che costo’ complessivamente oltre cinque milioni di euro, fu di 1.889.577 euro. Un costo che ai pm appare incongruo rispetto alla diffusione del giornale. ”Da parte mia ritengo invece che si debba tener presente dell’intero investimento per l’anno. In questa decisione ho tenuto conto anche degli equilibri interni di partito dando spazio all’anima socialista”, ha spiegato Bondi.

”Le quarantamila copie di cui si parla nel contratto – ha aggiunto – dovevano essere distribuite gratuitamente per i lettori. La diffusione era a carico dell’Avanti. Non conosco i prezzi delle inserzioni pubblicitarie ne’ degli spazi pubblicitari e non so quanto sarebbe costata una campagna analoga su grandi giornali come Repubblica o Corriere della Sera”. ”Conoscevo Lavitola da tempo – ha poi spiegato e lui mi aveva accennato ad una possibilita’ di fare una campagna di comunicazione. Noi la prendemmo in considerazione e con decisione solo mia ci determinammo all’investimento pubblicitario. Il presidente Berlusconi non mi ha detto nulla ed e’ stata una mia decisione autonoma avendone io i poteri”.