Lecco, in 300 percepivano pensioni da parenti morti: raggiro da 700mila euro

Pubblicato il 8 Giugno 2013 - 15:41 OLTRE 6 MESI FA
Lecco, in 300 percepivano pensioni da parenti defunti

Lecco, in 300 percepivano pensioni da parenti defunti

MILANO  –  – Hanno continuato per anni a incassare la pensione dei propri parenti: peccato che questi, vivi per l’anagrafe comunale, nel frattempo fossero deceduti. Sono 300 i casi accertati dai finanzieri del Comando provinciale di Lecco che, in collaborazione con la Direzione provinciale dell’Inps, hanno passato al setaccio oltre 10mila posizioni pensionistiche scoprendo che dalle casse dello Stato sono usciti indebitamente 700mila euro (100mila dei quali già recuperati). Emblematico, tra gli altri, il caso del nipote che riscuoteva la pensione – complessivamente ben 90 mensilità- del nonno morto da 7 anni.

Dagli accertamenti condotti anche per mezzo di indagini finanziarie sono emerse 300 posizioni irregolari ai fini amministrativi e responsabilità penali per 50 persone, denunciate alla procura della Repubblica di Lecco sia per truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche – poiché’, mediante delega allo sportello o direttamente sul conto corrente continuavano a percepire indebitamente pensioni erogate dall’Inps – sia per il reato d’indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato – per aver omesso di comunicare il decesso del del congiunto, continuando a percepirne indebitamente la pensione.

L’intervento delle Fiamme Gialle ha permesso l’immediata sospensione delle prestazioni non dovute, consentendo il rientro nelle casse dello Stato di una parte dei soldi erogati mentre per gli altri sono in corso le procedure di recupero: considerando che alcuni “defunti” hanno riscosso la pensione in rinomate località balneari di Spagna e Francia, si sta valutando la possibilità  di attivare la procedura internazionale per il rientro delle somme indebitamente percepite.

A Tenerife  in Spagna, un anziano lecchese era andato a vivere con la nuova compagna, dopo essere rimasto vedovo. Dopo la morte dell’uomo, la compagna aveva continuato per quattro anni (per tredici mensilità) a percepire indebitamente la sua pensione.

In Costa azzurra invece, una signora sempre del Lecchese, per ricevere la pensione si era appoggiata sul conto di un amico. Quest’ultimo, dopo la morte della donna, non aveva avvertito l’Inps che aveva continuato a versare la pensione dell’amica sul suo conto.