Lidl, la mafia a Milano: appalti supermercati al clan catanese. Coinvolta security del tribunale

di Redazione Blitz
Pubblicato il 15 Maggio 2017 - 09:11 OLTRE 6 MESI FA
Lidl, la mafia a Milano: appalti supermercati al clan catanese. Coinvolta security del tribunale

Lidl, la mafia a Milano: appalti supermercati al clan catanese. Coinvolta security del tribunale

ROMA – Lidl, la mafia a Milano: appalti supermercati al clan catanese. Coinvolta security del tribunale. Scattata alle prime ore di oggi, si è conclusa l’operazione interforze della Polizia di Stato e della Guardia di Finanza con cui sono state eseguite 15 misure cautelari e due fermi tra la Lombardia e la Sicilia nell’ambito di una indagine contro le attività criminali della famiglia mafiosa catanese dei Laudani coordinata dalla Dda di Milano. In particolare, secondo quanto si è appreso, sono state poste in amministrazione giudiziaria quattro direzioni generali della società di grande distribuzione Lidl, cui afferiscono circa 200 punti vendita.

Coinvolte anche alcune società del consorzio che ha in appalto la vigilanza privata del Tribunale di Milano. Si tratterebbe di società che forniscono i vigilantes del Palagiustizia. L’operazione della Dda di Milano che ha coinvolto quattro direzioni generali (su 10 in Italia) della multinazionale della grande distribuzione riguarderebbe omissioni nei controlli verso alcuni appalti sospetti finiti nell’orbita delle indagini nei confronti del gruppo criminale ritenuto vicino ai Laudani.

La presunta associazione per delinquere avrebbe ottenuto “commesse e appalti di servizi in Sicilia” da Lidl Italia e Eurospin Italia attraverso “dazioni di denaro a esponenti della famiglia Laudani”, clan mafioso “in grado di garantire il monopolio di tali commesse e la cogestione dei lavori in Sicilia”. Gli arrestati, inoltre, avrebbero ottenuto lavori da Lidl Italia “in Piemonte” attraverso “dazioni corruttive”.

Nel complesso delle indagini della Polizia di Stato di Milano e della Guardia di Finanza di Varese sono state eseguite oltre 60 perquisizioni tra Lombardia, Piemonte, Puglia e Sicilia, e sequestri preventivi di beni immobili e quote sociali.