“Lobby gay attacca Papa”, Bruno Vespa “Vergogna” sui social

di Redazione Blitz
Pubblicato il 7 Ottobre 2015 - 10:45 OLTRE 6 MESI FA
"Lobby gay attacca Papa", Bruno Vespa "Vergognati" sui social

“Lobby gay attacca Papa”, Bruno Vespa “Vergognati” sui social

ROMA – “La lobby gay all’attacco di papa Francesco”, la copertina televisiva dell’ultimo Porta a Porta dedicato al coming out del monsignore teologo Krzysztof Charamsa, ha generato sconcerto e indignazione sui social network. “Vergogna, @BrunoVespa” rimbalza sulle piattaforme digitali di chi non ha affatto apprezzato la copertura della notizia trasformando una posizione individuale sia pur politica ed esistenziale nel prodotto di una strategia, di un complotto organizzato da una fantomatica “lobby”, termine tanto generico quanto allusivo di cui nel racconto tv non viene citata alcuna fonte o pezza di appoggio giustificativa. Una ferita al servizio pubblico, è l’opinione più gettonata. Grottesca distinzione tra “gay seri e no”.

Aurelio Mancuso, Presidente Equality: “Sono proprio incazzato! Stasera Vespa ha aperto Porta a Porta con la schermata che vedete, e poi ha pure aggiunto: “I gay seri sono preoccupati per quello che è successo”. Allora voglio sapere dalla Commissione Rai se è tollerabile che milioni di persone debbano sempre essere offese riconducendole a inesistenti lobby gay, se è mai possibile che la nostra vita sia mischiata con le lotte di potere interne alla gerarchie cattoliche, se è sopportabile che mai nessuno possa replicare a questo scempio della verità. Altro che Servizio Pubblico, questo è Servizietto Vaticano!!”, scrive Mancuso.

Commenta su facebook Costantino della Gherardesca. “La propaganda spiccia, mafiosa, avulsa dalla società reale, ha avuto il suo canto del cigno negli anni della TV di Berlusconi. E’ arrivato il momento di spazzarla via. Eliminare in modo definitivo queste carcasse balbettanti è un dovere della nuova dirigenza RAI”.

Fabio Canino: “Magari ci fosse una lobby gay! Tu vespa saresti a pulire i cessi nei centri d’accoglienza!!!!”.

Ma al di là delle associazioni, anche tantissimi utenti criticano il modo in cui è stato trattato il caso Charamsa: “Canone Rai lo puoi mettere dove vuoi. Ma se vedo una trasmissione che parla di lobby gay vs il papà,quel canone saprei bene io dove metterlo”. Oppure: “Umiliazione lenita dalla consapevolezza che “lobby gay” è sempre più sinonimo di “gente perbene”. Vergogna, @BrunoVespa“. Infine qualcuno giustamente fa notare: “In Italia,dove non c’è alcuna legge che garantisca pari diritti e doveri ai cittadini LGBT ci sarebbe una #lobbygay?”. (Huffington Post).