Lucia Annibali: “Luca Varani mai pentito, era il mandante”. Motivazioni Cassazione

di Redazione Blitz
Pubblicato il 23 Novembre 2016 - 17:21 OLTRE 6 MESI FA
Lucia Annibali: "Luca Varani mai pentito, era il mandante". Motivazioni Cassazione

Lucia Annibali: “Luca Varani mai pentito, era il mandante”. Motivazioni Cassazione (foto Ansa)

ROMA – Le lesioni inferte a Lucia Annibali, sfregiata al volto con l’acido, erano tanto gravi da mettere in “pericolo la sua vita”. La stessa scelta di colpirla con l’acido, e anche il “regime di vita, l’assunzione di stupefacenti, la condotta processuale e l’assenza di pentimento” hanno portato i giudici ad emettere una pena così alta. Lo scrive la Cassazione nelle motivazioni della sentenza con cui, il 10 maggio scorso, ha condannato in via definitiva l’ex fidanzato di Lucia, Luca Varani, a 20 anni per tentato omicidio e stalking.

La pena di Varani è salita fino a 20 anni per la mancata concessione delle attenuanti generiche, l’aumento per la continuazione e l’aggravante della premeditazione. I giudici di merito, scrive la Cassazione, hanno commisurato l’entità della pena richiamando espressamente il mezzo utilizzato, “i gravissimi danni fisici, morali e psicologici, lo sfregio permanente del viso e la deformazione dei lineamenti del volto”. Varani, spiegano i giudici motivando la premeditazione, aveva maturato “una risoluzione ferma ed irrevocabile”, di far danno a Lucia, evidenziata dalla introduzione in casa sua per manomettere l’impianto della cucina a gas, per la quale aveva cercato l'”occasione propizia”, si era procurato gli strumenti necessari alla manomissione e aveva studiato le tecniche per attuare l’intervento.

“Le sentenze di merito indicano tutti gli elementi che in progressione evolutiva delle investigazioni hanno indotto a ritenere provato con certezza il ruolo dell’imputato nella sua qualità di mandante”, prendendo le mosse dalle stesse dichiarazioni di Lucia Annibali che subito rivelò il suo sospetto, scrive ancora la Cassazione nelle motivazione della sentenza con cui, il 10 maggio scorso, ha confermato la condanna a 20 anni per tentato omicidio e stalking a Luca Varani, ex fidanzato di Lucia Annibali, e a 12 anni per Altistin Precetaj e Rubin Talaban esecutori dell’attacco con l’acido.

La Cassazione evidenzia che gli elementi di prova “sono molteplici”, comprese le tracce di acido trovate nella macchina che Varani stava per rottamare, e vanno nella stessa direzione della “confessione” che l’uomo aveva fatto al suo compagno di cella allo scopo di prendere contatto coi due albanesi per concordare una versione. I giudici di merito, hanno ricostruito “ampiamente il fatto, collegandolo alla relazione sentimentale” tra Varani e Lucia conclusa nell’ottobre 2012, qualche mese prima dell’attacco.

La Cassazione, sottolinea come nel processo si è ampiamente dimostrato il reato di atti persecutorio: si è dato conto “della continua presenza del Varani nello stabile della Annibali, delle incursioni presso la struttura sportiva frequentata dalla ragazza e dello stato d’animo che comportamenti siffatti avevano ingenerato nella vita” di Lucia. Varani era arrivato, come ricostruito in sentenza, ad iscriversi nella piscina frequentata dalla donna, dando un nome falso, Marco Guerra, e un numero di cellulare inesistente al solo scopo di tenerla sotto “controllo” ed entrare negli spogliatoi femminili dove teneva le sue cose. Si era poi evidentemente impossessato delle sue chiavi, delle quali Lucia aveva copia in macchina, ma non aveva più trovato. Aveva poi manomesso la cucina della ragazza, provocando una fuga di gas, episodio che ha aggiunto l’aggravante della premeditazione alla sua condanna.