Luigi Preiti, tutte le bugie: suicidio, politici… Come Vantaggiato e le banche

Pubblicato il 3 Maggio 2013 - 10:53| Aggiornato il 7 Marzo 2023 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – I giudici non credono a Luigi Preiti. Per ora, ritengono bugie le sue spiegazioni. Basta leggere la convalida d’arresto del gip di Roma Bernadette Nicotra (riportate da Fiorenza Sarzanini sul Corriere della Sera): Preiti voleva uccidere, non ha provato a uccidersi, e si è accanito contro i carabinieri. Lui invece sostiene che voleva colpire (senza uccidere), voleva suicidarsi, voleva colpire i politici.

Francesco Merlo su Repubblica paragona il suo racconto a quello di Giovanni Vantaggiato, quello che con la sua bomba a Brindisi ha ucciso Melissa Bassi davanti a scuola. Durante il suo interrogatorio, Vantaggiato ha detto che voleva “colpire le banche“.

Entrambi, scrive Merlo, utilizzano l’odio sociale sviluppato dalla crisi per “giustificare” i propri delitti.

Sarzanini spiega perché i giudici di Roma hanno convalidato l’arresto di Preiti.

Preiti voleva uccidere

I giudici prendono a testimonianza i fotogrammi estrapolati dal video di sorveglianza: Il primo è quello che mostra l’attentatore con il braccio teso che mira alla testa del brigadiere Giuseppe Giangrande e poi preme il grilletto. Il giudice scrive: “Il primo fermo immagine è sufficiente a provare la piena intenzionalità di uccidere e non di colpire”

Preiti si è arresto, non ha provato a uccidersi

I seguenti fotogrammi “focalizzano il momento degli altri spari e poi il tentativo di fuga verso il palazzo della Camera dei deputati con Preiti che alza le braccia prima di essere buttato a terra”. Non è il gesto di un suicida

Infatti, prosegue Sarzanini, la quarta foto, quella che lo mostra in gesto di resa, smentisce invece la sua intenzione di farla finita che lui ha riconfermato durante l’interrogatorio di due giorni fa quando si è addirittura rivolto ai carabinieri presenti nel carcere di Rebibbia e ha affermato: «Perché non mi avete sparato?».

Preiti ha sparato contro i carabinieri

Il giudice Nicotra, scrive la Sarzanini, non crede che Preiti volesse colpire “i politici”, perché sottolinea l’accanimento nei confronti dei carabinieri. Da qui “la scelta di configurare anche il dolo del tentato omicidio plurimo aggravato ascritto a Preiti, in termini di dolo diretto”.

Aggiunge Sarzanini: Su questo il giudice ha parole nette: «Il rischio si desume dal fatto grave di reato commesso di notevole allarme sociale per le modalità e circostanze, la detenzione e il porto di un’arma alterata e clandestina in orario e luogo pubblico, mettendo in grave pericolo la vita di numerose persone, segni di un gesto criminale, le cui motivazioni esulano dall’apprezzamento di questo giudice, ma che non potrà mai giustificare le pallottole esplose contro tre fedeli servitori dello Stato».