ROMA – E’ indagato con le accuse di favoreggiamento e falsa testimonianza Roberto Izzo, ex comandante dei carabinieri di Ladispoli. Lo ipotizzano i pm di Civitavecchia che hanno aperto un nuovo filone di inchiesta sull’uccisione di Marco Vannini, il 20enne morto a Ladispoli il 17 maggio 2015, dopo essere stato raggiunto da un colpo di pistola mentre si trovava a casa della fidanzata.
La notizia è riportata oggi dal quotidiano Il Messaggero. L’iscrizione di Izzo nel registro degli indagati sarebbe avvenuta alla luce delle dichiarazioni di Davide Vannicola, un commerciante, amico dello stesso militare. Izzo, secondo quanto raccontato da Vannicola, avrebbe rivelato di aver saputo che a sparare a Marco non sarebbe stato Antonio Ciontoli, ma il figlio Federico. Lo stesso commerciante ha aggiunto che Izzo gli avrebbe riferito di aver consigliato ad Antonio Ciontoli di prendersi la responsabilità per coprire il figlio. Una ricostruzione, questa, che è ora al vaglio della procura di Civitavecchia.
Al momento del ferimento, risultato poi fatale anche perché i soccorsi furono attivati con ritardo, era presente in casa tutta la famiglia Ciontoli e la fidanzata di Federico. Vannicola, dopo aver riferito questa sua versione in tv a Le Iene, l’ha anche confermata ai pm. Lo stesso Izzo però avrebbe smentito tale ricostruzione. Gli inquirenti avrebbero sentito anche altri testimoni per vagliare approfonditamente la versione di Vannicola.
Il processo di appello si è chiuso il 29 gennaio scorso tra le polemiche dopo la riduzione di pena (da 14 anni per omicidio volontario ai 5 anni per omicidio colposo per assenza dell’aggravante della “colpa cosciente”) riconosciuta ad Antonio Ciontoli, maresciallo della Marina e padre di Martina fidanzata della vittima.
La ragazza, il fratello Federico e la mamma Maria Pezzillo sono stati condannati a 3 anni in entrambi i gradi di giudizio, anche loro per omicidio colposo. La famiglia Vannini ha fatto ricorso in Cassazione giudicando le pene troppo leggere. (Fonte: Ansa, Agi)