Massimo Giuseppe Bossetti, lacrime in aula per la famiglia

di Redazione Blitz
Pubblicato il 27 Maggio 2016 - 17:05 OLTRE 6 MESI FA
 Massimo Giuseppe Bossetti, lacrime in aula per la famiglia

Massimo Giuseppe Bossetti, lacrime in aula per la famiglia

BERGAMO – Massimo Giuseppe Bossetti scoppia in lacrime in aula a Bergamo quando uno dei suoi legali inizia a parlare della sua famiglia. Bossetti è accusato dell’omicidio di Yara Gambirasio, la ragazzina di 13 anni scomparsa il 26 novembre 2016 a Brembate di Sopra, e ora rischia una condanna all’ergastolo. I legali che difendono il muratore di Mapello hanno poi definito “assurdo” tratteggiare l’uomo come un “sexual offender“: “La sua vita è stata passata al setaccio e non è stato trovato nulla”.

Il 27 maggio Massimo Giuseppe Bossetti è tornato di nuovo in aula per affrontare il processo per l’omicidio di Yara Gambirasio difeso dai legali Paolo Camporini e Claudio Salvagni, che parlano di accuse costruite ad hoc contro il muratore di Mapello, a partire dall’esame del Dna, per cui “ci è stato chiesto un atto di fede”.

Per Salvagni è assurdo definire Bossetti un “sexual offender”, dato che non ci sono prove a riguardo:

“Molti uomini hanno l’attitudini a essere piacioni, a essere provoloni, come si dice, ma questo non fa di loro degli assassini. Gli sono state attribuite delle amanti, dove sono queste amanti? La sua vita è appunto casa, lavoro, famiglia e questi sono i dati concreti, non congetture”.

Salvagni non ha avuto timore a usare la parola “tortura” in relazione alla vicenda giudiziaria del muratore di Mapello e ha elencato quelli che, a suo avviso, sono “colpi bassi” da parte di investigatori e inquirenti: tra questi l’acquisizione delle lettere tra Bossetti e la detenuta Gina e quel video, che ritrae un furgone, per l’accusa del muratore, che fu diffuso alla stampa:

“Si è trattato di un video confezionato come un pacchetto dono, per tranquillizzare la gente, per avere il mostro, il pedofilo, il mentitore seriale”.

Il legale ha poi avuto da ridire anche agli accertamenti sul Dna:

“Questa difesa non ha mai potuto interloquireesul lavoro fatto da altri non può esserci chiesto un atto di fede. Non avete giurato su un libro di biologia ma sulla Costituzione”.