Maurizio Minghella incastrato da dna nella sciarpa del 1998

di redazione Blitz
Pubblicato il 8 Marzo 2016 - 17:06| Aggiornato il 9 Marzo 2016 OLTRE 6 MESI FA
Maurizio Minghella, serial killer accusato di cold case...

Maurizio Minghella, serial killer accusato di cold case…

TORINO – Incastrato dal dna rimasto nascosto in una sciarpa nera dal 1998. Così gli investigatori sono risaliti a Maurizio Minghella, il serial killer delle prostitute già condannato a 131 anni di carcere, e ora accusato del cold case dell’omicidio di Floreta Islami, una prostituta albanese. La vittima, che aveva 29 anni, venne strangolata con una sciarpa a Rivoli, in provincia di Torino, 18 anni fa. Era il 14 febbraio 1998, il giorno di San Valentino. A Minghella, tuttora detenuto a Pavia, la squadra mobile di Torino ha notificato una misura cautelare in carcere l’8 marzo, il giorno della Festa della Donna.

Minghella, che ha 58 anni, è stato condannato in Cassazione l’omicidio di sette prostitute, quattro nel Genovese e tre nel Torinese. Il serial killer è stato condannato anche per rapine e stupri, sempre ai danni di prostitute.

Che l’autore del delitto fosse lui gli inquirenti lo sospettavano da sempre. Mancava la prova decisiva, che è arrivata solo quando è stato possibile analizzare la sciarpa con macchinari e metodiche più moderne. Sulla sciarpa di lana utilizzata per strangolare Floreta Islami, albanese di 29 anni, sono state trovate tracce biologiche che hanno permesso alla polizia scientifica del capoluogo piemontese di estrarre un profilo genetico corrispondente appunto a quello di Minghella. Una traccia mista, che conteneva parti della vittima mescolate con quelle dall’assassino, ma che in almeno 16 settori ha finito per coincidere con il profilo genetico del detenuto.

Dai successivi accertamenti della polizia, è risultato che in quel periodo Minghella frequentava la zona di Rivoli in cui la prostituta venne trovata morta, vicino a corso Susa, dove si intratteneva a osservare le prostitute presenti.

Il nome di Minghella, genovese, oggi cinquantasettenne, esplose nelle cronache alla fine degli anni Settanta: soprannominato il “Travoltino della Valpolcevera” per il suo look da Febbre del sabato sera, seminò il terrore a Genova uccidendo in pochi mesi quattro ragazze. Fu condannato all’ergastolo. Nel 1999 ottenne la semilibertà e venne trasferito nel Torinese. Tentava di riabilitarsi, lavorando di giorno in una comunità e rientrando in carcere alla sera. Irreprensibile.

Poi in Questura, a Torino, qualcuno pensò a lui. In quel periodo c’erano state tante, troppe uccisioni di prostitute: possibile che c’entrasse qualcosa? Cominciarono le indagini. Nel 2001 Minghella fu arrestato e nel 2005 condannato in via definitiva dalla Cassazione per l’omicidio di tre donne. Quello di Florina sarebbe l’ottavo. Ma per altri tre è indagato a piede libero.

Il 2 gennaio 2003 l’ex “Travoltino” riuscì a evadere dal carcere di Biella, anche se la sua fuga non durò nemmeno una giornata. Quel gesto gli è costato un nuovo ordine di cattura perché, come scrive il gip, dimostra che “non riesce a frenare il proprio impulso a sottrarsi alla carcerazione”.

Minghella è indagato a Torino per altri tre omicidi di prostitute avvenuti alla fine degli anni Novanta sempre nel Torinese. Anche per questi casi indaga la squadra mobile del capoluogo piemontese.