In tempi di campagna vaccinale e di no vax accade anche che un medico che rifiuta il vaccino ottenga lo stesso il certificato vaccinale. Come? Semplicemente pagando un impiegato della struttura in cui lavora: 100 euro in cambio della falsa immunità, dal falso certificato. Insomma, risultare vaccinato e quindi viaggiare e lavorare, anche se di dose non ne ha vista neanche una.
Il medico no vax con il certificato vaccinale
Tutto accade a Treviso, dove un’azienda sanitaria locale ha notato questa anomalia e ha chiamato i Nas dei Carabinieri. Il medico no vax infatti ha chiesto a un impiegato del punto vaccinale di ottenere il certificato non avendo fatto la somministrazione, con la promessa di versargli 100 euro. Lo annuncia oggi il direttore generale dell’Ulss dopo che la vicenda era stata rivelata da Il Gazzettino.
La verifica interna è partita dopo che l’Ulss ha intercettato un’incongruenza relativamente al certificato vaccinale del medico. “Sui contenuti di quanto fin qui emerso – sottolinea il direttore – essendoci un’indagine in corso, non diciamo ovviamente nulla. Saranno i Nas a fare piena luce sull’accaduto. Anche in quest’occasione vanno sottolineati lo scrupolo e l’attenzione del nostro personale. In presenza di una situazione sospetta ha immediatamente provveduto ad allertare la direzione”.
Medici e infermieri no vax, i 177 di Pordenone
Intanto solo a Pordenone sono stati sospesi 177 medici, infermieri e operatori sanitari no vax, ovvero che non hanno voluto che gli venisse somministrato il vaccino. Ben 177 solo nella provincia di Pordenone, chissà quanti altri ce ne sono nel resto d’Italia. L’Azienda sanitaria Friuli occidentale (Asfo) ha pubblicato l’atto di accertamento dell’obbligo vaccinale il quale determina la sospensione dell’attività che comporta il rischio di diffusione del virus. Il provvedimento stabilisce la sospensione immediata fino ad avvenuta vaccinazione o fino al 31 dicembre.
“Questa azienda – si legge nel documento ufficiale – ha provveduto ad invitare formalmente 177, tra esercenti le professioni sanitarie e operatori di interesse sanitario, a sottoporsi nel mese di giugno alla somministrazione del vaccino. Indicando termini e modalità, ma i medesimi non si sono presentati agli appuntamenti programmati”.