Melania Rea voleva lasciare il marito e tornare dai genitori

Pubblicato il 9 Maggio 2011 - 09:43 OLTRE 6 MESI FA

Melania Rea (Foto LaPresse)

ASCOLI PICENO –  Ulteriori sviluppi nelle indagini per l’omicidio di Melania Rea. Al vaglio degli inquirenti la doppia vita di Salvatore Parolisi, 30 anni, caporalmaggiore dell’Esercito, marito di Melania, uccisa a soli 29 anni con 23 di coltellate. Da una parte, la sua amante, il caporale Ludovica P., 27 anni, del Reggimento Cavalleggeri di Montebello di stanza a Roma, che ribadisce la relazione clandestina mai interrotta da due anni: “Salvatore mi aveva detto che stava per divorziare e che da giugno, quando sarebbe stato trasferito a Sabaudia, saremmo andati a vivere insieme”. Dall’altra, la volontà di Melania di ribellarsi ai continui tradimenti del marito. Suor Ettorina, che vive a Somma Vesuviana, in provincia di Napoli, paese d’origine della vittima, dichiara: “Un mese fa Melania mi aveva confidato che per il prossimo anno avrebbe iscritto la sua bambina, che oggi ha 18 mesi, all’asilo nido di Somma Vesuviana”.

In mezzo alle due rivali in amore c’è lui. Salvatore, istruttore palestrato nella caserma femminile del 235˚ Reggimento Piceno, che insiste nel proclamarsi marito fedele. “Ludovica era stata un’avventura passeggera, con lei avevo chiuso da tempo”. Peccato che dai tabulati telefonici risulti che si fossero sentiti addirittura la sera prima del delitto, avvenuto lo scorso 18 aprile. Ludovica non ha niente a che fare con il delitto. Il 18 aprile era in caserma a Lecce, dove si trova da due mesi per un corso. I carabinieri di Ascoli l’hanno interrogata in Puglia: una deposizione fiume di 6 ore che fotografa la passione sfrenata consumata in auto, in alberghi e bed & breakfast tra le Marche e il Lazio. Un rapporto noto anche a Melania, che per due volte ha affrontato.

Che cosa è successo nel primo pomeriggio del 18 aprile? Melania e Salvatore hanno davvero raggiunto – come racconta lui – il Pianoro di Colle San Marco per una piacevole scampagnata, culminata tragicamente con il sequestro della donna? O forse una furiosa litigata ha terribilmente stravolto la gita? Chi ha ucciso questa bellissima donna combattuta tra l’amore per il marito e l’umiliante frustrazione per il tradimento patito?

“Sto troppo male per la morte di mia moglie e devo occuparmi di mia figlia” risponde al telefono dalla casa dei genitori a Fratta Maggiore, nel Napoletano. E poi, con un tono smorzato, aggiunge: “Scusate, ma vi devo lasciare”. Gentile e pacato è un altro papà. Quello di Melania. “Sì abbiamo sentito delle dichiarazioni della soldatessa, ma non ci interessano – esordisce Gennaro Rea, anch’egli militare, nell’Aereonautica -. In questo momento abbiamo altri pensieri. Salvatore, già giorni fa, ci aveva detto che era una avventura finita, che voleva bene a nostra figlia”.

Troppo imbarazzante chiedergli se oggi, alla luce dell’interrogatorio dell’amante-soldato, prova emozioni diverse. Gennaro Rea percepisce la difficoltà e anticipa la domanda, rispondendo secco: “In questo momento non mi sembra il caso di discutere con mio genero di queste cose. Abbiamo estrema fiducia nei magistrati e nei carabinieri. Sanno loro cosa fare e cosa chiedergli”.