Mense nelle scuole, un’azienda su tre imbroglia. Rispettata la media nazionale di imprese e commercio

Mense scolastiche, ispezioni dei Nas 1058, irregolarità nei cibi e servizi forniti 341. Rispettata nel settore la media nazionale imbroglio: uno su tre della "brava gente che lavora".

di Alessandro Camilli
Pubblicato il 16 Marzo 2023 - 09:50 OLTRE 6 MESI FA
mense

Foto Ansa

Ai Carabinieri dei Nas è stata da tempo, da anni, sottratta l’emozione della sorpresa. Il mondo che vanno di tanto in tanto ad esplorare ha raggiunto e consolidato una sua stabilità. Quanti tra aziende, imprese, cooperative, esercizi commerciali operano fuori e contro la legge e praticano l’arte dell’imbrogliare? La proporzione è stabile appunto ad ogni controllo: uno su tre.

Stavolta il 31 per cento delle mense

Nas al controllo di 1058 aziende che forniscono servizi di mense per le scuole, da quelle per l’infanzia fino alle superiori. Imbrogli riscontrati in 341 casi. Quindi regolare 31 per cento di creatività nell’arrangiarsi ai danni del prossimo. Alimenti scaduti, mal conservati, muffe. Cibi congelati spacciati per freschi, menù immaginari con pasta e…E niente, pasta e basta. Parmigiano che parmigiano non è, carne che non si sa quale sia. Insomma un mangiare di schifo ai limiti e oltre la nocività per semplicemente e solamente guadagnare di più.

Tenere bassissimi i costi per chi fornisce il servizio mensa in modo da avere margini di ricavi maggiori possibili. Ovviamente dicendo, se scoperti, che si tratta di imbrogli…di necessità! Signora mia come si fa con le tasse, la burocrazia, i prezzi della roba da mangiare…In realtà si tratta di sistematica imprenditoria nel fregare il prossimo. Nel settore in questione il danno economico è alle scuole, alla collettività e il danno nutrizionale è per i bambini e ragazzi. Nel settore la componente imbroglio nell’attività aziendale è strutturale e strutturata: 31 per cento del totale.

Media nazionale

Quando i Nas vanno ad ispezionare i distributori di carburanti quante irregolarità trovano nella erogazione, rendicontazione e altro ai danni sia della collettività (fisco) che dell’acquirente-consumatore? Con discreta precisione ogni volta circa una volta su tre. Quando i Nas vanno a ispezionare e conteggiare quanti ristoranti, pub e bar hanno in menù la scorciatoia-imbroglio su garanzie sanitarie, lavoro nero, evasione contributiva, mescita di alcolici a minori? Più o meno una volta su tre. La percentuale è stabile e rispettata negli stabilimenti balneari, cresce appena un po’ nel commercio ambulante (i mercati e mercatini), cala appena un po’ negli studi professionali.

Torna e si attesta intorno all’uno su tre nei negozi piccoli e un po’ meno piccoli, i cari negozi di prossimità. Ogni v volta che i Nas inseriscono una piccola sonda in ogni zona “geologica” della società italiana trovano sempre la stessa componente nella stessa percentuale: uno su tre della “brava gente che lavora” incorpora nel suo lavoro e  attività l’imbroglio ai danni altrui. La preannunciata riforma delle tasse poggerà, parola di governo, sulla affidabilità e la buona volontà e pronta disposizione a contribuire di questa vasta porzione di “brava gente che lavora”.