Meredith, i pm ribadiscono: “Condannate Amanda e Raffaele”

Pubblicato il 21 Settembre 2011 - 17:14 OLTRE 6 MESI FA

PERUGIA – Punterà a ottenere la conferma dell’impianto accusatorio, ritenuto attendibile in primo grado, nei confronti di Raffaele Sollecito e di Amanda Knox per l’omicidio di Meredith Kercher e a un inasprimento delle condanne inflitte, a 25 e 26 anni di reclusione, la procura generale Perugia che venerdì comincia la sua requisitoria nel processo di secondo grado per l’omicidio di via della Pergola. Nel loro atto di appello i magistrati hanno infatti chiesto l’esclusione delle attenuanti generiche concesse in primo grado e il riconoscimento dell’aggravante dei futili motivi. Un quadro che potrebbe anche portare alla richiesta di ergastolo. La requisitoria sarà svolta da tutti e tre i magistrati impegnati nel dibattimento: il procuratore generale Giancarlo Costagliola insieme ai sostituti, applicati in appello per questo processo, Giuliano Mignini, che ha coordinato fin dall’inizio l’indagine della polizia, e Manuela Comodi, la quale lo ha affiancato in primo grado.

Sarà proprio lei a cercare di smontare le conclusioni della perizia fatta svolgere dalla Corte d’assise di secondo grado. I giudici nominati dal collegio hanno infatti ritenuto ”non attendibili” i risultati degli esami sulle tracce di Dna riscontrate dalla scientifica sul coltello considerato l’arma del delitto (quelle della Kercher) e sul gancetto del reggiseno indossato dalla studentessa inglese quando venne uccisa (il suo misto a quello di Sollecito). Per gli esperti del collegio i risultati sono infatti frutto di interpretazioni e procedure non corrette, per i quali non si può escludere che derivino da contaminazione. Conclusioni non condivise dall’Ufficio del pubblico ministero che ha sempre sostenuto l’attendibilità del lavoro svolto dalla polizia scientifica e dei dati agli atti. Una posizione che il pm Comodi ribadirà e illustrerà alla Corte. Per ottenere la conferma della responsabilità di Sollecito e della Knox nell’omicidio Kercher i magistrati punteranno anche sulle altre prove raccolte.

Le orme di piedi insanguinati trovati nella casa del delitto e il racconto dei testimoni, in particolare del clochard che ha sostenuto di avere visto i giovani la sera dell’omicidio e la vicina di casa secondo la quale un urlo agghiacciante e rumore di passi arrivarono dal casolare di via della Pergola proprio mentre Meredith veniva colpita mortalmente alla gola. Al centro della requisitoria ci saranno poi quello che l’accusa ritiene un furto simulato nella camera di una delle coinquiline e le dichiarazioni iniziali della Knox che accusò dell’omicidio Patrick Lumumba per poi ritrattare (il musicista congolese è stato prosciolto e l’americana condannata per calunnia nei suoi confronti). Ma anche quelle di Rudy Guede, che sta scontando una condanna definitiva a 16 anni di reclusione, il quale ha collocato i due imputati nella casa del delitto. Sollecito e la Knox hanno invece sostenuto di essere innocenti.

Di non essersi trovati nella casa di via della Pergola quando Meredith venne uccisa e di non entrarci nulla con un delitto per il quale si trovano in cella dal 6 novembre del 2007. I loro difensori lo ribadiranno alla Corte la prossima settimana dopo l’intervento delle parti civili.