ROMA – L’inverno arriverà sull’Italia dal 20 dicembre, quando una nuova perturbazione dal nord Europa caccerà via l’ondata di caldo anomalo degli ultimi 40 giorni portata dalla rimonta dell’anticiclone africano. Le temperature quindi sono destinate ad abbassarsi con l’arrivo del Natale e potrà così arrivare la neve su Alpi e Appennini, dove fino ad ora ha scarseggiato, così come arriverà anche la pioggia.
Giorgio Bartolini, meteorologo del Consorzio Lamma-Cnr, ha spiegato al Secolo XIX che “la persistenza dell’area di alta pressione che ha lasciato ai margini dell’Europa le perturbazioni” è destinata ad esaurirsi dopo il 20 dicembre:
“«Grandi cambiamenti – sottolinea il meteorologo – non si intravedono almeno sino alla fine della prossima settimana. Nel frattempo assisteremo al massimo al transito di modeste perturbazioni». Le temperature si manterranno sopra la media del periodo, anche 2-3 gradi in più, uno scostamento peraltro inferiore a quello dei primi 20 giorni di novembre, quando si sono registrati 5-6 gradi in più.
«Con l’arrivo di una perturbazione intorno al 20 dicembre potrebbe arrivare – nota il meteorologo – della neve sulle Alpi, dove finora ne è caduta poca, e probabilmente anche sugli Appennini. La scarsità di precipitazioni in questo periodo è infatti più eccezionale per le Alpi che per gli Appennini».
Intanto l’ondata di caldo anomalo proseguirà per altri 10 giorni. I segni di questa anomalia, con l’alta pressione che ha “avvolto” soprattutto il Centro-Nord, non sono mancati: proprio al Centro-Nord novembre è stato un mese decisamente “asciutto”. Sul Monte Cimone nell’Appennino Tosco-Emiliano, a 2.100 metri, si è toccato un record giornaliero del caldo con temperature che hanno raggiunto gli 11 gradi lo scorso 4 dicembre.
In Val d’Aosta si è registrato caldo record nell’ultimo novembre, con una temperatura media che è risultata la più alta degli ultimi 35 anni. In Liguria l’estate si allunga: le temperature sfiorano i 17 gradi consentendo a turisti e residenti di fare ancora il bagno in mare. Il quadro meteorologico attuale è anche caratterizzato da un’altra anomalia, e cioè del fenomeno dell’inversione termica, caratterizzato da temperature più alte con l’aumentare della quota. «È dovuto al fatto – rileva Bartolini – che in questo periodo le ore di luce sono poche, l’irraggiamento è scarso e l’aria fredda ristagna verso il basso»”.