Milleproroghe, sciopero benzinai in stand-by, in attesa del governo

Pubblicato il 23 Dicembre 2010 - 21:20 OLTRE 6 MESI FA

Rimane in ‘stand by’ lo sciopero dei benzinai minacciato il 21 dicembre fa dai gestori per protesta contro il mancato rinnovo del bonus fiscale che era invece atteso nel decreto ‘milleproroghe’. Dopo un mattinata di lunghe riunioni e di contatti informali con il governo, i gestori, a quanto si apprende, hanno deciso di dare al governo altre 48 ore di tempo per trovare una soluzione alla questione.

I gestori mantengono pertanto lo stato di agitazione in attesa della conferma del provvedimento di deduzione forfettaria per i benzinai, precisando però in un comunicato che ”gli impianti potrebbero rimanere chiusi anche nel periodo tra Natale e capodanno”. In una nota congiunta diffusa al termine di un incontro tra Faib Fegica e Figisc lanciano ”un ultimatum al governo, ove non arrivasse una risposta entro 48 ore si scioglierebbero le riserve e partirebbero le azioni di protesta e di agitazioni”.

I provvedimenti fiscali attesi dai gestori, ”lungi dal costituire un privilegio, non fanno altro che riconoscere alla categoria il servizio di sostituto d’imposta che i gestori esercitano in nome e per conto dello Stato”, proseguono le organizzazioni. ”Sono, infatti, oltre 30 i miliardi di euro tra accise ed IVA che i gestori incassano ogni anno dai consumatori e trasferiscono allo Stato; dato che non può sfuggire al Ministro dell’Economia, Tremonti, a loro spese e, soprattutto, a loro rischio e pericolo: anche della vita, come ricordano troppo spesso le cronache. I benzinai sono l’unica categoria al mondo che incassa, custodisce e trasferisce denaro gratuitamente e senza assicurazioni”, sottolineano.

”Così come preannunciato – prosegue la nota – le organizzazioni di categoria stanno inoltre allestendo i preparativi, sul piano organizzativo, per le ulteriori azioni sindacali a sostegno delle legittime richieste (chiusura dei self, sospensione delle carte, prezzi liberi) ivi compreso lo sciopero per gli ultimi giorni dell’anno nel caso in cui nel frattempo non giunga dal Governo una formale e concreta traduzione degli impegni assunti”.

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