Mottarone, il piccolo Eitan Biran dimesso dall’ospedale: è a casa con la zia Aya e i cuginetti

di Daniela Lauria
Pubblicato il 10 Giugno 2021 - 20:57 OLTRE 6 MESI FA
Mottarone, il piccolo Eitan Biran dimesso dall'ospedale: è a casa con la zia Aya e i cuginetti

Mottarone, il piccolo Eitan Biran dimesso dall’ospedale: è a casa con la zia Aya e i cuginetti (Foto Ansa)

E’ stato dimesso dall’ospedale il piccolo Eitan Biran, il bimbo di 5 anni unico sopravvissuto alla tragedia del Mottarone. Diciotto giorni dopo il crollo della funivia, in cui sono morti papà Amit, mamma Tal, il fratellino Tom, oltre ai bisnonni e ad altri passeggeri, Eitan è tornato a casa con gli zii.

Da Torino a Pavia in ambulanza, dall’ospedale infantile Regina Margherita alla casa della zia Aya, dove proverà a tornare alla normalità grazie anche all’aiuto dei due cuginetti, circondato dall’amore della famiglia che pensa ora all’affido.

Un percorso ancora lungo, come quello delle indagini per accertare cause e responsabilità della tragedia, mentre la vicenda della sostituzione del giudice approda al Consiglio superiore della magistratura con l’apertura di una pratica.

Eitan va a casa, il bentornato di Pavia 

“Sì, l’abbiamo visto arrivare questa mattina insieme alla zia. E’ bello che sia potuto tornare a casa, dopo quanto è successo”, dice un vicino di casa degli zii di Eitan, in un comune del Pavese.

“In passato l’avevo visto a casa degli zii, insieme al papà e alla mamma e a suo fratello”, aggiunge, non riuscendo a trattenere le lacrime per la commozione.

Del ritorno a casa di Eitan è stato informato anche Mario Fabrizio Fracassi, sindaco di Pavia. “Sono felice di poter dire a Eitan bentornato a casa – commenta il primo cittadino – Ho manifestato alla zia, a nome di tutta la città, la felicità per le dimissioni dall’ospedale, con un abbraccio e un bacio virtuale al piccolo”.

“Non è ancora il momento di andare a trovarlo di persona – aggiunge – ci sarà tempo più avanti, quello di oggi è solo l’inizio di un percorso. È il momento, invece, di cercare di fargli il dono più prezioso, e in qualche modo più difficile: la tranquillità”.

Il bimbo, assicura il presidente della comunità ebraica Milo Hasbani, “è sistemato e sta bene. Sta cominciando terapia, cure e l’inserimento in famiglia”. I suoi parenti “provano molto sollievo ma la preoccupazione non è mancata, su come spiegargli cosa è successo. Un tema che stanno affrontando con gli psicologi”.

La zia “vive per quello – osserva – e la volontà della famiglia è per il bene del bambino”.

Eitan, il sostegno della comunità ebraica

Le comunità ebraiche e la Fondazione scuola hanno aperto due raccolte fondi per sostenere Eitan in futuro. E la comunità ebraica di Milano sta anche pensando di costituirsi parte civile nel processo, dato che Amit, il papà del bambino, “era nostro dipendente”.

Si occupava della sicurezza della scuola ebraica oltre a portare avanti gli studi di medicina a Pavia. “Come comunità ebraica ci stiamo mettendo a disposizione della famiglia rispettando la loro privacy. Anche ieri erano preoccupati di riuscire a uscire dall’ospedale senza l’assalto dei giornalisti”.

Mottarone, il Csm apre una pratica sul cambio di gip

Oggi, intanto, il Comitato di presidenza del Csm ha disposto l’apertura di una pratica, accogliendo la richiesta dei togati Sebastiano Ardita e Nino Di Matteo e dell’intero gruppo di Magistratura Indipendente, sulla correttezza della decisione del presidente del tribunale di Verbania Luigi Montefusco di sostituire in corso d’opera la giudice Donatella Banci Buonamici, che si stava occupando dell’inchiesta e aveva disposto la scarcerazione di due dei tre indagati.

Il provvedimento ha destato la dura presa di posizione delle Camere Penali e la reazione della Procura generale del Piemonte, che ha negato qualsiasi tipo di manovra occulta.

Spetta ora alla Settima Commissione stabilire se il presidente Montefusco abbia agito in modo corretto o meno. Lunedì i legali di tutte le parti coinvolte, sia quelli dei tre indagati che delle persone offese, si presenteranno negli uffici della Procura di Verbania per l’avvio degli accertamenti irripetibili su computer, hard disk, cellulari e registratori.

Materiale che si spera possa aiutare gli inquirenti a far luce sulle cause dell’incidente. E sulle responsabilità.