Napoli. Botti in casa di bimbo affetto da malattia rara

Pubblicato il 30 Dicembre 2009 - 21:21 OLTRE 6 MESI FA

La famiglia Mennella

Per ospitare i macchinari che gli consentono di sopravvivere, il piccolo Maurizio – affetto da una sindrome rara che obbliga all’uso di respiratori meccanici durante il sonno – ha ottenuto da pochi mesi una casa speciale. Ma proprio in quella casa suo padre, Ciro Mennella, 39 anni, aveva nascosto mezzo quintale di botti pericolosi, scoperti dai carabinieri.

L’uomo è finito in carcere e sarà processato per direttissima, con l’accusa di detenzione illegale di materiale esplodente: i fuochi erano sistemati senza alcuna precauzione nella stanza attigua a quella dove sono sistemati i macchinari del piccolo Maurizio. La notizia ha suscitato stupore e amarezza a Torre del Greco, la città campana dove da anni la vicenda del piccolo Maurizio viene seguita con una vera e propria gara di solidarietà.

Il bambino soffre dalla nascita di una malattia che trasforma il sonno in un pericolo mortale. Si chiama sindrome di Ondine, come la ninfa che si innamorò di un uomo mortale. Quando questi la tradì, il re delle ninfe gli lanciò una maledizione che gli fece “dimenticare” di respirare durante il sonno provocandogli la morte.

Così oggi circa 200 persone nel mondo, una ventina in Italia, per sopravvivere la notte hanno bisogno di un sistema di ventilazione meccanica e di restare attaccate a respiratori che impediscano di passare di colpo dal sonno alla morte. La famiglia Mennella non è benestante, e da anni chiede aiuto alle istituzioni e alla gente per affrontare le spese e i problemi che lo stato del piccolo Maurizio comporta.

La madre, Maria, è casalinga; il padre, Ciro, ha lasciato il lavoro di carpentiere e si arrangia con attività saltuarie. Da sempre la casa è stata l’angoscia principale dei Mennella: per i macchinari che aiutano Maurizio a vivere servono infatti ampi spazi. Da pochi mesi – e per una singolare coincidenza proprio in queste ore la buona notizia era finita sotto i riflettori dei media – i Mennella avevano ricevuto in dono l’alloggio ideale. Una ex stazione della Circumvesuviana (azienda regionale di trasporti ferroviari), in località Via del Monte, dismessa ed adibita ad alloggio. Una casa di circa 120 metri quadrati, due piani, a pochi passi dai binari: sistemazione possibile grazie ad un’intesa tra l’amministrazione comunale di Torre del Greco e la Circumvesuviana.

Proprio in quella casa tanto attesa, però, il padre di Maurizio custodiva un pericoloso arsenale pirotecnico. Vicenda paradossale e amara, che il sindaco di Torre del Greco, Ciro Borriello, definisce “sconcertante”, ricordando come l’amministrazione cittadina sia stata sempre in prima linea accanto alla famiglia. Sette lunghi anni di attese e battaglie, che cominciano con un accorato appello alle istituzioni lanciato nel 2002 dalla mamma di Maurizio. Parte la gara di solidarietà, con il messaggio che viene raccolto dall’allora sindaco Valerio Ciavolino, che trova – con l’aiuto di imprenditori e l’iniziale sostegno della Regione – un appartamento in via De Nicola sempre a Torre del Greco.

Il Comune si accolla il pagamento di tre anni di fitto, da palazzo Santa Lucia arrivano fondi anche per la ristrutturazione. Ma dopo i tre anni la famiglia Mennella non ha ancora un lavoro stabile che possa permetterle di pagare il fitto di 500 euro mensili. Il proprietario dell’immobile mette in mora il nucleo familiare che, con uno sfratto che pende sul capo, protesta a più riprese al Comune e in una circostanza Ciro, Maria e Maurizio portano brandine, coperte e macchinari a palazzo La Salle (la vecchia casa comunale) minacciando di restare lì. Fino alla soluzione individuata da Ciro Borriello e dalla Circumvesuviana. Quello di domani sarebbe stato il primo Capodanno di tutta la famiglia nella nuova casa di via Del Monte. Prima dell’arresto di Ciro.

(ANSA) – TORRE DEL GRECO (NAPOLI), 30 DIC – Per ospitare i

macchinari che gli consentono di sopravvivere, il piccolo

Maurizio – affetto da una sindrome rara che obbliga all’uso di

respiratori meccanici durante il sonno – ha ottenuto da pochi

mesi una casa speciale. Ma proprio in quella casa suo padre,

Ciro Mennella, 39 anni, aveva nascosto mezzo quintale di botti

pericolosi, scoperti dai carabinieri. L’uomo è finito in

carcere e sarà processato per direttissima, con l’accusa di

detenzione illegale di materiale esplodente: i fuochi erano

sistemati senza alcuna precauzione nella stanza attigua a quella

dove sono sistemati i macchinari del piccolo Maurizio.

La notizia ha suscitato stupore e amarezza a Torre del Greco,

la città campana dove da anni la vicenda del piccolo Maurizio

viene seguita con una vera e propria gara di solidarietà. Il

bambino soffre dalla nascita di una malattia che trasforma il

sonno in un pericolo mortale. Si chiama sindrome di Ondine, come

la ninfa che si innamorò di un uomo mortale. Quando questi la

tradì, il re delle ninfe gli lanciò una maledizione che gli

fece “dimenticare” di respirare durante il sonno provocandogli

la morte. Così oggi circa 200 persone nel mondo, una ventina in

Italia, per sopravvivere la notte hanno bisogno di un sistema di

ventilazione meccanica e di restare attaccate a respiratori che

impediscano di passare di colpo dal sonno alla morte.

La famiglia Mennella non è benestante, e da anni chiede

aiuto alle istituzioni e alla gente per affrontare le spese e i

problemi che lo stato del piccolo Maurizio comporta. La madre,

Maria, è casalinga; il padre, Ciro, ha lasciato il lavoro di

carpentiere e si arrangia con attività saltuarie. Da sempre la

casa è stata l’angoscia principale dei Mennella: per i

macchinari che aiutano Maurizio a vivere servono infatti ampi

spazi. Da pochi mesi – e per una singolare coincidenza proprio

in queste ore la buona notizia era finita sotto i riflettori dei

media – i Mennella avevano ricevuto in dono l’alloggio ideale.

Una ex stazione della Circumvesuviana (azienda regionale di

trasporti ferroviari), in località Via del Monte, dismessa ed

adibita ad alloggio. Una casa di circa 120 metri quadrati, due

piani, a pochi passi dai binari: sistemazione possibile grazie

ad un’intesa tra l’amministrazione comunale di Torre del Greco e

la Circumvesuviana.

Proprio in quella casa tanto attesa, però, il padre di

Maurizio custodiva un pericoloso arsenale pirotecnico. Vicenda

paradossale e amara, che il sindaco di Torre del Greco, Ciro

Borriello, definisce “sconcertante”, ricordando come

l’amministrazione cittadina sia stata sempre in prima linea

accanto alla famiglia. Sette lunghi anni di attese e battaglie,

che cominciano con un accorato appello alle istituzioni lanciato

nel 2002 dalla mamma di Maurizio. Parte la gara di solidarietà,

con il messaggio che viene raccolto dall’allora sindaco Valerio

Ciavolino, che trova – con l’aiuto di imprenditori e l’iniziale

sostegno della Regione – un appartamento in via De Nicola sempre

a Torre del Greco. Il Comune si accolla il pagamento di tre anni

di fitto, da palazzo Santa Lucia arrivano fondi anche per la

ristrutturazione.

Ma dopo i tre anni la famiglia Mennella non ha ancora un

lavoro stabile che possa permetterle di pagare il fitto di 500

euro mensili. Il proprietario dell’immobile mette in mora il

nucleo familiare che, con uno sfratto che pende sul capo,

protesta a più riprese al Comune e in una circostanza Ciro,

Maria e Maurizio portano brandine, coperte e macchinari a

palazzo La Salle (la vecchia casa comunale) minacciando di

restare lì. Fino alla soluzione individuata da Ciro Borriello e

dalla Circumvesuviana. Quello di domani sarebbe stato il primo

Capodanno di tutta la famiglia nella nuova casa di via Del

Monte. Prima dell’arresto di Ciro. (ANSA).(ANSA) – TORRE DEL GRECO (NAPOLI), 30 DIC – Per ospitare i macchinari che gli consentono di sopravvivere, il piccolo Maurizio – affetto da una sindrome rara che obbliga all’uso di respiratori meccanici durante il sonno – ha ottenuto da pochi mesi una casa speciale. Ma proprio in quella casa suo padre, Ciro Mennella, 39 anni, aveva nascosto mezzo quintale di botti pericolosi, scoperti dai carabinieri. L’uomo è finito in carcere e sarà processato per direttissima, con l’accusa di detenzione illegale di materiale esplodente: i fuochi erano sistemati senza alcuna precauzione nella stanza attigua a quella dove sono sistemati i macchinari del piccolo Maurizio. La notizia ha suscitato stupore e amarezza a Torre del Greco, la città campana dove da anni la vicenda del piccolo Maurizio viene seguita con una vera e propria gara di solidarietà. Il bambino soffre dalla nascita di una malattia che trasforma il sonno in un pericolo mortale. Si chiama sindrome di Ondine, come la ninfa che si innamorò di un uomo mortale. Quando questi la tradì, il re delle ninfe gli lanciò una maledizione che gli fece “dimenticare” di respirare durante il sonno provocandogli la morte. Così oggi circa 200 persone nel mondo, una ventina in Italia, per sopravvivere la notte hanno bisogno di un sistema di ventilazione meccanica e di restare attaccate a respiratori che impediscano di passare di colpo dal sonno alla morte. La famiglia Mennella non è benestante, e da anni chiede aiuto alle istituzioni e alla gente per affrontare le spese e i problemi che lo stato del piccolo Maurizio comporta. La madre, Maria, è casalinga; il padre, Ciro, ha lasciato il lavoro di carpentiere e si arrangia con attività saltuarie. Da sempre la casa è stata l’angoscia principale dei Mennella: per i macchinari che aiutano Maurizio a vivere servono infatti ampi spazi. Da pochi mesi – e per una singolare coincidenza proprio in queste ore la buona notizia era finita sotto i riflettori dei media – i Mennella avevano ricevuto in dono l’alloggio ideale. Una ex stazione della Circumvesuviana (azienda regionale di trasporti ferroviari), in località Via del Monte, dismessa ed adibita ad alloggio. Una casa di circa 120 metri quadrati, due piani, a pochi passi dai binari: sistemazione possibile grazie ad un’intesa tra l’amministrazione comunale di Torre del Greco e la Circumvesuviana. Proprio in quella casa tanto attesa, però, il padre di Maurizio custodiva un pericoloso arsenale pirotecnico. Vicenda paradossale e amara, che il sindaco di Torre del Greco, Ciro Borriello, definisce “sconcertante”, ricordando come l’amministrazione cittadina sia stata sempre in prima linea accanto alla famiglia. Sette lunghi anni di attese e battaglie, che cominciano con un accorato appello alle istituzioni lanciato nel 2002 dalla mamma di Maurizio. Parte la gara di solidarietà, con il messaggio che viene raccolto dall’allora sindaco Valerio Ciavolino, che trova – con l’aiuto di imprenditori e l’iniziale sostegno della Regione – un appartamento in via De Nicola sempre a Torre del Greco. Il Comune si accolla il pagamento di tre anni di fitto, da palazzo Santa Lucia arrivano fondi anche per la ristrutturazione. Ma dopo i tre anni la famiglia Mennella non ha ancora un lavoro stabile che possa permetterle di pagare il fitto di 500 euro mensili. Il proprietario dell’immobile mette in mora il nucleo familiare che, con uno sfratto che pende sul capo, protesta a più riprese al Comune e in una circostanza Ciro, Maria e Maurizio portano brandine, coperte e macchinari a palazzo La Salle (la vecchia casa comunale) minacciando di restare lì. Fino alla soluzione individuata da Ciro Borriello e dalla Circumvesuviana. Quello di domani sarebbe stato il primo Capodanno di tutta la famiglia nella nuova casa di via Del Monte. Prima dell’arresto di Ciro. (ANSA).