Napoli. Botti in casa di bimbo affetto da malattia rara
Per ospitare i macchinari che gli consentono di sopravvivere, il piccolo Maurizio – affetto da una sindrome rara che obbliga all’uso di respiratori meccanici durante il sonno – ha ottenuto da pochi mesi una casa speciale. Ma proprio in quella casa suo padre, Ciro Mennella, 39 anni, aveva nascosto mezzo quintale di botti pericolosi, scoperti dai carabinieri.
L’uomo è finito in carcere e sarà processato per direttissima, con l’accusa di detenzione illegale di materiale esplodente: i fuochi erano sistemati senza alcuna precauzione nella stanza attigua a quella dove sono sistemati i macchinari del piccolo Maurizio. La notizia ha suscitato stupore e amarezza a Torre del Greco, la città campana dove da anni la vicenda del piccolo Maurizio viene seguita con una vera e propria gara di solidarietà.
Il bambino soffre dalla nascita di una malattia che trasforma il sonno in un pericolo mortale. Si chiama sindrome di Ondine, come la ninfa che si innamorò di un uomo mortale. Quando questi la tradì, il re delle ninfe gli lanciò una maledizione che gli fece “dimenticare” di respirare durante il sonno provocandogli la morte.
Così oggi circa 200 persone nel mondo, una ventina in Italia, per sopravvivere la notte hanno bisogno di un sistema di ventilazione meccanica e di restare attaccate a respiratori che impediscano di passare di colpo dal sonno alla morte. La famiglia Mennella non è benestante, e da anni chiede aiuto alle istituzioni e alla gente per affrontare le spese e i problemi che lo stato del piccolo Maurizio comporta.
La madre, Maria, è casalinga; il padre, Ciro, ha lasciato il lavoro di carpentiere e si arrangia con attività saltuarie. Da sempre la casa è stata l’angoscia principale dei Mennella: per i macchinari che aiutano Maurizio a vivere servono infatti ampi spazi. Da pochi mesi – e per una singolare coincidenza proprio in queste ore la buona notizia era finita sotto i riflettori dei media – i Mennella avevano ricevuto in dono l’alloggio ideale. Una ex stazione della Circumvesuviana (azienda regionale di trasporti ferroviari), in località Via del Monte, dismessa ed adibita ad alloggio. Una casa di circa 120 metri quadrati, due piani, a pochi passi dai binari: sistemazione possibile grazie ad un’intesa tra l’amministrazione comunale di Torre del Greco e la Circumvesuviana.
Proprio in quella casa tanto attesa, però, il padre di Maurizio custodiva un pericoloso arsenale pirotecnico. Vicenda paradossale e amara, che il sindaco di Torre del Greco, Ciro Borriello, definisce “sconcertante”, ricordando come l’amministrazione cittadina sia stata sempre in prima linea accanto alla famiglia. Sette lunghi anni di attese e battaglie, che cominciano con un accorato appello alle istituzioni lanciato nel 2002 dalla mamma di Maurizio. Parte la gara di solidarietà, con il messaggio che viene raccolto dall’allora sindaco Valerio Ciavolino, che trova – con l’aiuto di imprenditori e l’iniziale sostegno della Regione – un appartamento in via De Nicola sempre a Torre del Greco.
Il Comune si accolla il pagamento di tre anni di fitto, da palazzo Santa Lucia arrivano fondi anche per la ristrutturazione. Ma dopo i tre anni la famiglia Mennella non ha ancora un lavoro stabile che possa permetterle di pagare il fitto di 500 euro mensili. Il proprietario dell’immobile mette in mora il nucleo familiare che, con uno sfratto che pende sul capo, protesta a più riprese al Comune e in una circostanza Ciro, Maria e Maurizio portano brandine, coperte e macchinari a palazzo La Salle (la vecchia casa comunale) minacciando di restare lì. Fino alla soluzione individuata da Ciro Borriello e dalla Circumvesuviana. Quello di domani sarebbe stato il primo Capodanno di tutta la famiglia nella nuova casa di via Del Monte. Prima dell’arresto di Ciro.
(ANSA) – TORRE DEL GRECO (NAPOLI), 30 DIC – Per ospitare i
macchinari che gli consentono di sopravvivere, il piccolo
Maurizio – affetto da una sindrome rara che obbliga all’uso di
respiratori meccanici durante il sonno – ha ottenuto da pochi
mesi una casa speciale. Ma proprio in quella casa suo padre,
Ciro Mennella, 39 anni, aveva nascosto mezzo quintale di botti
pericolosi, scoperti dai carabinieri. L’uomo è finito in
carcere e sarà processato per direttissima, con l’accusa di
detenzione illegale di materiale esplodente: i fuochi erano
sistemati senza alcuna precauzione nella stanza attigua a quella
dove sono sistemati i macchinari del piccolo Maurizio.
La notizia ha suscitato stupore e amarezza a Torre del Greco,
la città campana dove da anni la vicenda del piccolo Maurizio
viene seguita con una vera e propria gara di solidarietà. Il
bambino soffre dalla nascita di una malattia che trasforma il
sonno in un pericolo mortale. Si chiama sindrome di Ondine, come
la ninfa che si innamorò di un uomo mortale. Quando questi la
tradì, il re delle ninfe gli lanciò una maledizione che gli
fece “dimenticare” di respirare durante il sonno provocandogli
la morte. Così oggi circa 200 persone nel mondo, una ventina in
Italia, per sopravvivere la notte hanno bisogno di un sistema di
ventilazione meccanica e di restare attaccate a respiratori che
impediscano di passare di colpo dal sonno alla morte.
La famiglia Mennella non è benestante, e da anni chiede
aiuto alle istituzioni e alla gente per affrontare le spese e i
problemi che lo stato del piccolo Maurizio comporta. La madre,
Maria, è casalinga; il padre, Ciro, ha lasciato il lavoro di
carpentiere e si arrangia con attività saltuarie. Da sempre la
casa è stata l’angoscia principale dei Mennella: per i
macchinari che aiutano Maurizio a vivere servono infatti ampi
spazi. Da pochi mesi – e per una singolare coincidenza proprio
in queste ore la buona notizia era finita sotto i riflettori dei
media – i Mennella avevano ricevuto in dono l’alloggio ideale.
Una ex stazione della Circumvesuviana (azienda regionale di
trasporti ferroviari), in località Via del Monte, dismessa ed
adibita ad alloggio. Una casa di circa 120 metri quadrati, due
piani, a pochi passi dai binari: sistemazione possibile grazie
ad un’intesa tra l’amministrazione comunale di Torre del Greco e
la Circumvesuviana.
Proprio in quella casa tanto attesa, però, il padre di
Maurizio custodiva un pericoloso arsenale pirotecnico. Vicenda
paradossale e amara, che il sindaco di Torre del Greco, Ciro
Borriello, definisce “sconcertante”, ricordando come
l’amministrazione cittadina sia stata sempre in prima linea
accanto alla famiglia. Sette lunghi anni di attese e battaglie,
che cominciano con un accorato appello alle istituzioni lanciato
nel 2002 dalla mamma di Maurizio. Parte la gara di solidarietà,
con il messaggio che viene raccolto dall’allora sindaco Valerio
Ciavolino, che trova – con l’aiuto di imprenditori e l’iniziale
sostegno della Regione – un appartamento in via De Nicola sempre
a Torre del Greco. Il Comune si accolla il pagamento di tre anni
di fitto, da palazzo Santa Lucia arrivano fondi anche per la
ristrutturazione.
Ma dopo i tre anni la famiglia Mennella non ha ancora un
lavoro stabile che possa permetterle di pagare il fitto di 500
euro mensili. Il proprietario dell’immobile mette in mora il
nucleo familiare che, con uno sfratto che pende sul capo,
protesta a più riprese al Comune e in una circostanza Ciro,
Maria e Maurizio portano brandine, coperte e macchinari a
palazzo La Salle (la vecchia casa comunale) minacciando di
restare lì. Fino alla soluzione individuata da Ciro Borriello e
dalla Circumvesuviana. Quello di domani sarebbe stato il primo
Capodanno di tutta la famiglia nella nuova casa di via Del
Monte. Prima dell’arresto di Ciro. (ANSA).(ANSA) – TORRE DEL GRECO (NAPOLI), 30 DIC – Per ospitare i macchinari che gli consentono di sopravvivere, il piccolo Maurizio – affetto da una sindrome rara che obbliga all’uso di respiratori meccanici durante il sonno – ha ottenuto da pochi mesi una casa speciale. Ma proprio in quella casa suo padre, Ciro Mennella, 39 anni, aveva nascosto mezzo quintale di botti pericolosi, scoperti dai carabinieri. L’uomo è finito in carcere e sarà processato per direttissima, con l’accusa di detenzione illegale di materiale esplodente: i fuochi erano sistemati senza alcuna precauzione nella stanza attigua a quella dove sono sistemati i macchinari del piccolo Maurizio. La notizia ha suscitato stupore e amarezza a Torre del Greco, la città campana dove da anni la vicenda del piccolo Maurizio viene seguita con una vera e propria gara di solidarietà. Il bambino soffre dalla nascita di una malattia che trasforma il sonno in un pericolo mortale. Si chiama sindrome di Ondine, come la ninfa che si innamorò di un uomo mortale. Quando questi la tradì, il re delle ninfe gli lanciò una maledizione che gli fece “dimenticare” di respirare durante il sonno provocandogli la morte. Così oggi circa 200 persone nel mondo, una ventina in Italia, per sopravvivere la notte hanno bisogno di un sistema di ventilazione meccanica e di restare attaccate a respiratori che impediscano di passare di colpo dal sonno alla morte. La famiglia Mennella non è benestante, e da anni chiede aiuto alle istituzioni e alla gente per affrontare le spese e i problemi che lo stato del piccolo Maurizio comporta. La madre, Maria, è casalinga; il padre, Ciro, ha lasciato il lavoro di carpentiere e si arrangia con attività saltuarie. Da sempre la casa è stata l’angoscia principale dei Mennella: per i macchinari che aiutano Maurizio a vivere servono infatti ampi spazi. Da pochi mesi – e per una singolare coincidenza proprio in queste ore la buona notizia era finita sotto i riflettori dei media – i Mennella avevano ricevuto in dono l’alloggio ideale. Una ex stazione della Circumvesuviana (azienda regionale di trasporti ferroviari), in località Via del Monte, dismessa ed adibita ad alloggio. Una casa di circa 120 metri quadrati, due piani, a pochi passi dai binari: sistemazione possibile grazie ad un’intesa tra l’amministrazione comunale di Torre del Greco e la Circumvesuviana. Proprio in quella casa tanto attesa, però, il padre di Maurizio custodiva un pericoloso arsenale pirotecnico. Vicenda paradossale e amara, che il sindaco di Torre del Greco, Ciro Borriello, definisce “sconcertante”, ricordando come l’amministrazione cittadina sia stata sempre in prima linea accanto alla famiglia. Sette lunghi anni di attese e battaglie, che cominciano con un accorato appello alle istituzioni lanciato nel 2002 dalla mamma di Maurizio. Parte la gara di solidarietà, con il messaggio che viene raccolto dall’allora sindaco Valerio Ciavolino, che trova – con l’aiuto di imprenditori e l’iniziale sostegno della Regione – un appartamento in via De Nicola sempre a Torre del Greco. Il Comune si accolla il pagamento di tre anni di fitto, da palazzo Santa Lucia arrivano fondi anche per la ristrutturazione. Ma dopo i tre anni la famiglia Mennella non ha ancora un lavoro stabile che possa permetterle di pagare il fitto di 500 euro mensili. Il proprietario dell’immobile mette in mora il nucleo familiare che, con uno sfratto che pende sul capo, protesta a più riprese al Comune e in una circostanza Ciro, Maria e Maurizio portano brandine, coperte e macchinari a palazzo La Salle (la vecchia casa comunale) minacciando di restare lì. Fino alla soluzione individuata da Ciro Borriello e dalla Circumvesuviana. Quello di domani sarebbe stato il primo Capodanno di tutta la famiglia nella nuova casa di via Del Monte. Prima dell’arresto di Ciro. (ANSA).