P4, , “Berlusconi era in stretto contatto con la Guardia di Finanza”

Pubblicato il 7 Luglio 2011 - 20:07 OLTRE 6 MESI FA

NAPOLI – Il ministro dell’Economia Giulio Tremonti ha denunciato l’esistenza di “cordate” interne alla Guardia di Finanza in vista della nomina del nuovo comandante generale. La circostanza è emersa dall’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip di Napoli a carico del deputato del Pdl Mario Milanese e inviata alla Camera.

Alcune settimane fa il ministro dell’Economia Giulio Tremonti sarebbe stato interrogato in qualità di persona informata sui fatti dai pubblici ministeri napoletani Francesco Curcio e Henry John Woodcock nell’inchiesta P4.

Nell’ordinanza a carico di Milanese, vi è inoltre un riferimento ad una intercettazione telefonica, nell’ambito dell’indagine P4, tra il premier Silvio Berlusconi e il capo di stato maggiore della Guardia di Finanza, generale Michele Adinolfi. Quest’ultimo è indagato nell’inchiesta P4 per rivelazione di segreto e favoreggiamento.

I riferimenti all’interrogatorio di Tremonti e all’intercettazione telefonica Berlusconi-generale Adinolfi – conseguenza di uno scambio di informazione tra i pubblici ministeri delle due inchieste – sono contenuti nella parte di ordinanza nei confronti di Milanese nella quale il gip fa riferimento alle esigenze cautelari ravvisate a carico del parlamentare del Pdl e ritenute tali da determinare la decisione di disporre la custodia in carcere dell’indagato.

Tremonti – secondo quanto apprende l’ANSA – sarebbe stato ascoltato a metà dello scorso giugno da Curcio e Woodcock, pochi giorni dopo la registrazione del colloquio telefonico tra Berlusconi e il generale Adinolfi (il telefono di quest’ultimo era sotto controllo).

Al ministro dell’Economia sarebbe stata fatta ascoltare la telefonata registrata (il contenuto è al momento sconosciuto) e Tremonti avrebbe ampiamente risposto alle domande dei pm. L’interrogatorio di Tremonti è stato depositato alcune settimane fa tra gli atti posti a fondamento di alcune richieste formulate al gip dai pm napoletani. Dagli atti processuali, scrive Fiorenza Sarzanini sul Corriere della Sera, risulterebbe anche che Milanesse pagherebbe “la casa del ministro Tremonti, una casa in via di campo Marzio, al centro di Roma”.

Scrive Sarzanini: “Il giudice sottolinea come ‘l’ immobile è stato concesso in locazione a Milanese Marco per un canone mensile di 8.500 euro, ma viene di fatto utilizzato dal Ministro Tremonti, il quale, a sua volta, risulta aver emesso, nel febbraio 2008, un assegno di 8.000 euro in favore del Milanese’.

E poi evidenzia: ‘I rapporti finanziari tra il Tremonti ed il Milanese sono assolutamente poco chiari atteso che Milanese paga mensilmente un canone molto alto il cui complessivo ammontare rispetto alle rate già pagate risulta di oltre centomila euro; non esiste un risarcimento per Milanese; l’assegno del febbraio 2008, risalente dunque nel tempo, attiene evidentemente ad altra partita economica tra i due, essendo isolato nel tempo e risultando emesso un anno prima della nascita del rapporto contrattuale con il Pio Sodalizio dei Piceni’.”

Dalla successiva lettura integrale dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere per il deputato Mario Milanese, pubblicata in serata tra gli atti della Camera, emerge il riferimento esplicito da parte del gip all’interrogatorio del ministro Tremonti, ”il quale – è scritto – sentito il 17 giugno 2011, ha riferito in merito all’esistenza di ‘cordate”’ all’interno della Guardia di Finanza, ”costituitesi in vista della prossima nomina del Comandante Generale”.

Non è, invece, esplicitamente riportato il riferimento alla registrazione della conversazione telefonica tra il premier Silvio Berlusconi e il capo di Stato maggiore della Guardia di Finanza, generale Michele Adinolfi, che è agli atti dell’inchiesta P4, anche se è stato lo stesso ministro Tremonti – è scritto nell’ordinanza – a riferire ai pm come ”alcuni rappresentati” della Guardia di Finanza ”siano in stretto contatto con il presidente del Consiglio”.