Padova, studentessa ricoverata per meningite sta guarendo: “Salvata da tetravalente”

Padova, studentessa ricoverata per meningite sta bene: “Ringrazio il vaccino” (Foto Ansa)

PADOVA – Una forma di meningite fulminante che il più delle volte porta alla morte. Il ricovero d’urgenza a Padova, dove studia, la profilassi per quanti erano entrati in contatto con lei e poi la ripresa. “Ringrazio il vaccino tetravalente”, ha detto Benedetta Rosatello, 19enne di Lagnasco, che ha vinto contro una meningite da meningococco di ceppo B. Lo stesso ceppo che nella notte tra il 18 e 19 gennaio ha portato alla morte a Bologna un bimbo di 2 anni non vaccinato.

Benedetta ora è in via di ripresa e in un lungo post su Facebook racconta la sua esperienza. La giovane si era sottoposta al vaccino tetravalente contro i ceppi di meningite A, C, Y e W. Proprio questa sua immunizzazione, spiega, le ha permesso di arrivare all’ospedale di Padova appena in tempo per ricevere le cure necessarie a stroncare la meningite da meningococco di ceppo B, una delle più aggressive. 

Nel post di Benedetta si legge: “La mia intenzione, con questo post, non è fare discorsi “politicizzati”. Rispetto le idee di tutti, così come pretendo che vengano rispettate le mie. Desidero semplicemente gettare un po’ di luce sulla mia vicenda. Sono stata colpita una settimana fa da meningite batterica da meningococco di ceppo B, una forma piuttosto rara e, nella maggior parte dei casi, fulminante. Ancora non avevo il vaccino per il ceppo B nello specifico, ma ero già protetta grazie al tetravalente contro i ceppi A, C, Y e W. Con ogni probabilità, proprio questo mi ha salvata concedendomi il tempo di arrivare in ospedale dove ho potuto iniziare da subito le cure necessarie”.

La giovane ha poi aggiunto: “Ho sentito che il mio caso clinico è diventato quasi “famoso”; al di là della curiosità medica, mi piacerebbe che questa mia vicenda venga presa come esempio del fatto che a volte semplici gesti quotidiani, come potrebbe essere stato per me andare a studiare in biblioteca, possano avere risvolti inaspettati. Spesso ci dimentichiamo di questi pericoli che si celano nel mondo microscopico, viviamo le nostre vite, com’è giusto che sia, continuiamo a fare progetti per il futuro, amiamo, ridiamo, piangiamo e ci arrabbiamo. Tuttavia, non dovremmo mai scordarci che siamo esseri umani, non macchine impeccabili e prive di punti deboli”.

Benedetta ha poi concluso: “Proprio per questo, sono convinta che sia importantissimo tutelare noi stessi e la nostra famiglia, perché ogni vita vale la pena di essere vissuta e trovo assurdo che, nonostante gli enormi progressi raggiunti in campo medico, si continui ad essere restii e diffidenti. Nessuna scienza è esatta, ma ciò non significa che bisogna rifuggire in toto i potentissimi strumenti di prevenzione sanitaria di cui siamo in possesso. Concludo ringraziando tutti i medici e gli infermieri che in questi giorni si sono presi cura di me in maniera impeccabile; i miei coinquilini, Francesco, Sonia e Chiara, che mi hanno salvato la vita portandomi tempestivamente in ospedale, e tutti gli amici e famigliari che, standomi accanto, mi hanno dato la forza di combattere contro la mia malattia. Sentitevi liberi di condividere questo post, se ne avete il desiderio. Grazie a tutti di cuore”.

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