Papa Ratzinger: “Volto della Chiesa deturpato da divisioni, basta rivalità”

Pubblicato il 13 Febbraio 2013 - 19:14| Aggiornato il 25 Giugno 2022 OLTRE 6 MESI FA

CITTA’ DEL VATICANO – “Il volto della Chiesa è deturpato dalle divisioni: basta rivalità“. E’ l’ultimo monito che papa Benedetto XVI lancia dal soglio petrino, prima di ufficializzare la sua rinuncia al pontificato il prossimo 28 febbraio. Erano rimasti tutti col fiato sospeso dopo le dimissioni annunciate in un lunedì qualunque, per “il bene della Chiesa”. Poi mercoledì mattina la tensione si è sciolta, quando un papa sorridente ha spiegato ai fedeli che la sua è stata una scelta “in piena libertà”, raccogliendo la loro ovazione. Poi, di nuovo, due volte in un giorno, il papa parla nell’omelia del mercoledì delle ceneri. L’ultima che pronuncerà con indosso la veste papale.

La celebrazione delle Ceneri, che segna l’inizio della Quaresima, è il “momento propizio per ringraziare” e chiedere al principe degli Apostoli, San Pietro, “la sua intercessione per il cammino della Chiesa in questo particolare momento”. A una basilica gremita di fedeli il papa ha parlato a lungo dell’unità della chiesa, prendendo spunto dall’invito biblico: “Radunate il popolo, indite un’assemblea solenne, chiamate i vecchi, riunite i fanciulli, i bambini lattanti; esca lo sposo dalla sua camera e la sposa dal suo talamo”.

“La dimensione comunitaria – ha spiegato Ratzinger – è un elemento essenziale nella fede e nella vita cristiana. Cristo è venuto per riunire insieme i figli di Dio che erano dispersi. Il `Noi´ della Chiesa è la comunità in cui Gesù ci riunisce insieme: la fede è necessariamente ecclesiale. E questo è importante ricordarlo e viverlo in questo Tempo della Quaresima: ognuno sia consapevole che il cammino penitenziale non lo affronta da solo, ma insieme con tanti fratelli e sorelle, nella Chiesa”.

Molti pronti a stracciarsi le vesti, pochi ad agire sul proprio cuore”, è la denuncia forte del papa dimissionario. “Anche ai nostri giorni, molti sono pronti a stracciarsi le vesti di fronte a scandali e ingiustizie, naturalmente commessi da altri, ma pochi sembrano disponibili ad agire sul proprio cuore, sulla propria coscienza e sulle proprie intenzioni, lasciando che il Signore trasformi, rinnovi e converta”.

“Il ritorno al Signore – aggiunge il Pontefice – è possibile come ‘grazia’, perché è opera di Dio e frutto della fede che noi riponiamo nella sua misericordia. Ma questo ritornare a Dio diventa realtà concreta nella nostra vita solo quando la grazia del Signore penetra nell’intimo e lo scuote donandoci la forza di ‘lacerare il cuore’. La dimensione comunitaria è un elemento essenziale nella fede e nella vita cristiana. Cristo è venuto ‘per riunire insieme i figli di Dio che erano dispersi'”.

Poi in un altro passaggio dell’omelia, Ratzinger ricorda, citando il discorso della Montagna, che “Gesù sottolinea come sia la qualità e la verità del rapporto con Dio ciò che qualifica l’autenticità di ogni gesto religioso. Per questo egli denuncia l’ipocrisia religiosa, il comportamento che vuole apparire, gli atteggiamenti che cercano l’applauso e l’approvazione”. Ma “il vero discepolo non serve se stesso o il ‘pubblico’, ma il suo Signore, nella semplicità e nella generosità. La nostra testimonianza allora sarà sempre più incisiva quanto meno cercheremo la nostra gloria e saremo consapevoli che la ricompensa del giusto è Dio stesso, l’essere uniti a lui, quaggiù, nel cammino della fede, e, al termine della vita, nella pace e nella luce dell’incontro faccia a faccia con lui per sempre”.