Parentopoli Ama Roma, licenziati 37 dipendenti e 23 autisti

Parentopoli Ama Roma, licenziati 37 dipendenti e 23 autisti
Foto d’archivio

ROMA –  Licenziati 60 dipendenti Ama assunti nel 2008 durante parentopoli, si tratta di 37 dipendenti e 23 autisti. L’azienda municipalizzata per la raccolta dei rifiuti e la pulizia delle strada di Roma aveva convocato d’urgenza un Cda, su proposta del presidente Daniele Fortini, alla luce delle motivazioni della sentenza di condanna emessa dal Tribunale di Roma nei confronti dell’ex amministratore delegato e di alcuni ex dirigenti.

“Le motivazioni addotte nella sentenza, ritenute all’unanimità dall’attuale Cda Ama rigorose e inappuntabili – si legge nella nota diramata dall’azienda – hanno infatti appurato che le assunzioni in questione sono da considerarsi illegittime, facendo conseguire un ingiusto vantaggio patrimoniale ai soggetti assunti”. Il Cda, inoltre, ha dato mandato al direttore generale di “porre in essere tutte le azioni necessarie al fine di tutelare gli interessi di Ama e delle risorse pubbliche da essa gestite”. E’ stato anche confermato al direttore generale il mandato per l’esercizio delle azioni civili nei confronti dei soggetti condannati con la sentenza penale di primo grado.

I giudici della settima sezione del Tribunale nella motivazione della sentenza che il 27 maggio scorso ha condannato a 5 anni e 3 mesi di reclusione l’ex amministrazione delegato Franco Panzironi (ora in carcere perché imputato nel processo Mafia capitale) spiegavano come le assunzioni a chiamata diretta avvenute all’Ama tra il 2008 e il 2009 “furono frutto di decisioni arbitrarie e clientelari“. Nella motivazione tra l’altro si sottolineava come “molti degli assunti fossero legati a rapporti di parentela o affinità con esponenti politici o a persone a questi ultime vicine ed erano espressione del volere, per nulla trasparente, dell’amministratore delegato”.

Nella motivazione ancora si sottolinea come tra gli assunti all’Ama ci fu colui che diventò genero dello stesso amministratore delegato, il figlio del responsabile della segreteria degli onorevoli Gasparri e Alemanno, la figlia del capo scorta di quest’ultimo a almeno altre sei persone vicine agli ambienti della politica locale della capitale.

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