Parma. Tangenti per appalti su verde pubblico, arrestato funzionario dell’Enìa

Pubblicato il 11 Giugno 2010 - 14:27 OLTRE 6 MESI FA

Un funzionario di Enia, responsabile del servizio ‘Atd’ e tre imprenditori sono stati arrestati dai militari del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Parma, per corruzione. L’operazione, ribattezzata ‘Green Money’, è scattata all’alba. Si tratta di Nunzio Tannoia, funzionario dell’Enìa di Parma, e Alessandro Forni, Francesco Borriello e Gian Luca Allodi, tre imprenditori, accusati di aver pagato tangenti per diverse migliaia di euro per aggiudicarsi appalti di manutenzione del verde pubblico assegnati a prezzi gonfiati.

Le indagini erano iniziate qualche mese fa, su iniziativa degli uomini delle Fiamme Gialle di Parma, sotto la direzione del pm della Procura Paola Dal Monte. Obiettivo, verificare la correttezza degli appalti in materia di realizzazione di opere di manutenzione ordinaria e straordinaria del verde pubblico della città.

L’attività, svolta anche con l’ausilio di indagini tecniche, ha consentito di raccogliere prove su numerosi episodi di corruzione, per importi di diverse migliaia di euro, in relazione a opere assegnate, dietro pagamento di tangenti, a imprenditori locali compiacenti. Nel corso delle indagini è emerso che le opere venivano assegnate a prezzi notevolmente superiori a quelli effettivi. Sono state eseguite anche numerose perquisizioni presso gli uffici e le abitazioni degli indagati.

Nel fare i complimenti alle Fiamme Gialle per l’impegno profuso nelle indagini, il procuratore Gerardo Laguardia ha sottolineato che la nuova legge sulle intercettazioni avrebbe di fatto reso impossibile il completamento dell’operazione: “Se avessimo potuto registrare solo per 75 giorni, come dice il disegno in fase d’approvazione, avremmo documentato solo un caso di corruzione. Le intercettazioni sia ambientali che telefoniche sono state fondamentali per scoprire questo consolidato sistema criminale”. Lo conferma il colonnello Guido Mario Geremia, comandante della Gdf di Parma: “Senza l’ausilio di mezzi tecnici sarebbe stato molto difficile provare i passaggi di tangenti, che avvenivano con cadenza periodica. I lavori infatti venivano regolarmente fatturati, anche se a prezzi gonfiati e anche per servizi inventati”.

Questo filone d’indagini, dice il procuratore, è ormai concluso e non si prospetta il coinvolgimento di altri dipendenti di Enìa, che ha già dato mandato a un legale per la propria tutela come parte lesa e ha disposto la sospensione del servizio e della retribuzione per Tannoia. Questo caso ricorda l’imponente operazione delle Fiamme Gialle che portò all’arresto di diversi funzionari dell’Arpa, di consulenti ambientali e di un ufficiale della Gdf. Il caso però è differente: allora si trattava infatti di concussione ai danni degli imprenditori, a cui veniva richiesto denaro per non ostacolare la loro attività. Il “Green money”, invece, arricchiva tutti a spese dei contribuenti.