Pescara, Domenico Rigante: bloccato il corteo diretto al quartiere rom

Pubblicato il 6 Maggio 2012 - 12:40 OLTRE 6 MESI FA

Domenico Rigante

PESCARA – Sono scesi in piazza nonostante sia ormai in carcere Massimo Ciarelli, il rom accusato di aver ucciso il primo maggio a Pescara l’ultrà biancazzurro Domenico Rigante. Davanti al palazzo del Comune si sono riuniti in migliaia intonando cori per la vittima, ma soprattutto scandendo slogan contro la comunità nomade della città.

Poi i dimostranti hanno provato a spostarsi verso il quartiere di Rancitelli, dove risiede la maggior parte dei rom pescaresi. Le forze dell’ordine avevano già preso precauzioni ma a fermare materialmente il minaccioso corteo sarebbero stati gli stessi capi ultrà del Pescara, fra i quali il fratello della vittima Antonio Rigante.

Nel sit-in c’è chi ha chiesto la cacciata dei nomadi, chi ha comunque invocato maggiore rigore nei loro confronti. ll fratello gemello di Domenico Rigante, ha detto: “Bene le forze dell’ordine, ma ora devono prendere i complici altrimenti sono guai”. Tra i manifestanti è sceso anche il sindaco di Pescara, Arbore Mascia, che è stato anche contestato: “Abbiamo chiesto le istituzioni, dove sono le istituzioni?, hanno infatti urlato più volte i partecipanti al sit-in. “Gli zingari dovete emarginarli voi”, si è sentito urlare. E ancora: “E’ dal tribunale che nascono i problemi, dopo due ore stanno a casa loro”.

Massimo Ciarelli, il ventinovenne accusato del delitto di Rigante, è ora nel carcere di Vasto, in provincia di Chieti. Ieri si è consegnato alla Squadra mobile di Pescara in un autogrill sulla A14, a Francavilla. Era ricercato fin dalle prime ore dopo il delitto e ha deciso di consegnarsi. Sul fronte giudiziario, la vicenda inizia ora: Ciarelli, il cui nome era stato fatto agli agenti dallo stesso Rigante poco prima di morire in ospedale, è accusato anche di tentato omicidio del gemello di Domenico, Antonio.