Prato, operaia cinese denuncia l’impresa di connazionali: è il primo caso

Si è ribellata al datore di lavoro e, soprattutto, è stata la prima a rompere il muro di omertà che vige nella sua comunità e ad imboccare una via ‘ordinaria’ per difendere i propri diritti. A Prato un’operaia cinese si è rivolta alla Cgil per un licenziamento che ritiene ingiusto: i datori di lavoro sono suoi connazionali. Nella città toscana vive una fra le comunità cinesi più consistenti d’Europa e prospera un’economia ‘parallela’ orientale.

Non di rado, durante i controlli, carabinieri, polizia e guardia di finanza scoprono operai clandestini costretti a lavorare anche diciotto ore al giorno e a vivere in giacigli di fortuna ricavati nei capannoni. La storia di Chen Mei Xi, 29 anni, è diversa. E’ una storia che parte dalla legalità, ma che, pian piano, della legalità sembra aver perso i connotati essenziali. La ditta di confezioni tessili dove lavorava, la ”Touch ‘n Touch”, si trova nel Macrolotto di Prato. La donna è stata licenziata il 12 gennaio.

”E’ venuta da noi – spiega il capo dell’ufficio vertenze della Cgil di Prato Giovanni Piras – raccontandoci di avere segnalato i propri problemi di salute ai datori di lavoro, avvertendo i dirigenti del desiderio di tornare in Cina dalla sua bambina piccola. L’operaia era assicurata per sole quattro ore di lavoro, ma lavorava per moltissimo tempo ogni giorno, fino a quanto ce ne era bisogno. Anche il salario non era commisurato al tipo di contratto part-time che aveva l’operaia”.

La ”Touch ‘n Tuoch” avrebbe interrotto il rapporto di lavoro perché la dipendente cinese aveva confidato di aver comprato il biglietto aereo per tornare in Cina. Nel pomeriggio, sindacato e azienda si sono incontrati, per cercare una mediazione: Chen chiedeva il reintegro in fabbrica e la differenza economica tra il salario part-time e il tempo lavorato. I titolari della ditta avrebbero invece offerto 1.500 euro come buonuscita. Una soluzione, hanno spiegato dalla Cgil, ”fuori da tutte le regole”.

Domani Chen ricorrerà all’ispettorato del lavoro. L’Idv parla di ”atto di coraggio” e la Lega Nord di ”granello di sale nell’oceano”. Il Carroccio ha anche messo a disposizione un’e-mail e un numero di telefono per facilitare le denunce. Per l’assessore regionale al bilancio, Riccardo Nencini, ”la lotta all’illegalità economica è una priorità. E una priorità nella priorità è  il caso Prato, con il distretto cinese parallelo”. Poi, parlando della vicenda di Chen: ”E’ una prima crepa in un muro di omertà”. Nencini ha ricordato anche l’ultima operazione delle forze dell’ordine a Prato, il controllo di 19 aziende ospitate nel capannone: in 14 sono emerse irregolarità.

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