Regionali, Bersani: “Puntiamo a vincere 7 a 6. In piazza? Quello che dirà Di Pietro non mi preoccupa”

Pubblicato il 12 Marzo 2010 - 09:20 OLTRE 6 MESI FA

Pier Luigi Bersani

La manifestazione in programma per sabato 13 marzo  mescolerà «la voce della politica con quella della società civile» e non si correrà il rischio di ricevere fischi. Il segretario del Partito Democratico, Pier Luigi Bersani, in un’intervista a La Repubblica, si dice “tranquillo” e spiega, a suo giudizio,  cosa succederà alla manifestazione di Piazza del Popolo.

«Renderemo esplicito il fatto che il Presidente della Repubblica non ha alcuna responsabilità» nella questione del decreto salva-liste. Inoltre, la piazza riguarderà anche «lo sprint delle regionali».

Quindi il segretario del Partito Democratico dichiara l’obiettivo della prossima competizione elettorale: «Per noi vincere nella maggioranza delle regioni – aggiunge Bersani – 7 a 6 sarebbe un bel risultato».

Secondo Bersani sono in atto da parte del premier una serie di «iniziative che puntano alla deformazione delle regole» e il motivo sottostante sta nel fatto che Berlusconi «è troppo forte per essere finito e troppo finito per sentirsi davvero forte e usa il consenso che ha, e ne ha ancora molto, per accelerare i processi di condizionamento della democrazia».

Rispetto alla crisi economica, Bersani parla di «rassegnazione e perdita di voce» del Paese, oltre che «ad un calo della ricchezza superiore agli altri Paesi europei” e sul dl incentivi, commenta che si tratta «di un decimo di quello che ci è costata Alitalia». Tornando alla manifestazione di sabato, Bersani chiarisce che il decreto salva-liste è stato la «cartina di tornasole di un lungo percorso», dalla Protezione civile, al legittimo impedimento, alla legge sulle intercettazioni.

Anche di fronte a questi passaggi, Bersani spiega di aver provato a fare proposte e anche la piazza di sabato intende «girarla dalla protesta alla proposta». Quanto alla presenza di Di Pietro e alla possibilità che il leader dell’Idv possa lanciare un attacco al Capo dello Stato, Bersani non appare preoccupato: «Non considero l’ipotesi che Di Pietro possa attaccare Napolitano. Tutti si atterranno alla logica della piattaforma che abbiamo condiviso e che tiene fuori il Capo dello Stato e il suo lavoro».