Giulio e Francesca Occhionero cyberspie. Dossier su Renzi, Draghi, Monti…

di Redazione Blitz
Pubblicato il 10 Gennaio 2017 - 11:24 OLTRE 6 MESI FA
Roma: fratello e sorella spiavano pc di politici e istituzioni con malware Eyepyramid

Roma: fratello e sorella spiavano pc di politici e istituzioni con malware Eyepyramid (foto Ansa)

ROMA – Spiavano politici, istituzioni, pubbliche amministrazioni, studi professionali e imprenditori di livello nazionale. E preparavano anche dei dossier su questi personaggi. E stiamo parlando di Matteo Renzi, ma anche Mario Draghi, Mario Monti, il comandante della Guardia di Finanza Saverio Capolupo, Fabrizio Saccomanni, Vincenzo Scotti. Le due cyberspie sono l’ingegnere nucleare di 45 anni, Giulio Occhionero, e la sorella Francesca Maria, 49 anni.

Lo ha scoperto la Polizia che ha smantellato una centrale di cyberspionaggio che per anni ha raccolto notizie riservate e dati sensibili. L’indagine, condotta dalla Polizia postale e coordinata dalla procura di Roma, ha portato all’arresto dell’ingegnere nucleare e sua sorella, residenti a Londra ma domiciliati a Roma e conosciuti nel mondo dell’alta finanza capitolina. Tra i computer spiati anche due in uso ai collaboratori del cardinale Gianfranco Ravasi – dal 2007 presidente del Pontificio Consiglio della cultura, della Pontifica Commissione di archeologia sacra e del consiglio di coordinamento tra accademie pontificie. C’è anche l’ex presidente della Regione Campania Stefano Caldoro e il senatore Domenico Gramazio tra le caselle di posta elettronica spiate dai due arrestati. Grazie al virus informatico messo a punto i due fratelli Occhionero avevano accesso, anche con password, alle mail di numerosi politici tra cui anche l’ex ministro Brambilla. Accesso pure alle mail di Daniele Capezzone. Nel database oggetto dell’indagine sono stati trovati domini di importanti società private o enti istituzionali come: Istruzione.it, Gdf.it, Banca d’Italia.it, Camera.it, Senato, Esteri, Tesoro, Interni, Regione Campania, Regione Lombardia, Cisl, UniBocconi.

Ai due fratelli vengono contestati i reati di procacciamento di notizie concernenti la sicurezza dello Stato, accesso abusivo a sistema informatico aggravato ed intercettazione illecita di comunicazioni informatiche e telematiche. Le indagini degli investigatori del Cnaipic, il Centro nazionale anticrimine informatico della Polizia postale, hanno accertato che i due fratelli gestivano una rete di computer (botnet) – infettati con un malware chiamato ‘Eyepyramid’ – che avrebbe loro consentito di acquisire, per anni, notizie riservate e dati sensibili di decine di persone che, a vario titolo, gestiscono la funzione pubblica e delicati interessi, soprattutto nel mondo della Finanza. L’indagine è partita dalla segnalazione al Cnaipic dell’invio di una mail: indirizzata all’amministratore di rilievo di un’ infrastruttura critica nazionale, conteneva il virus Eyepyramid. Seguendo quella traccia gli investigatori sono risaliti alla rete botnet che, sfruttando il malware, riusciva ad acquisire da remoto il controllo dei computer e dei sistemi informatici delle vittime.

Giulio Occhionero è legato “con gli ambienti della massoneria italiana, in quanto membro della loggia ‘Paolo Ungari – Nicola Ricciotti Pensiero e Azione‘ di Roma, della quale in passato ha ricoperto il ruolo di maestro venerabile, parte delle logge di Grande Oriente d’Italia“. E’ quanto si legge nell’ordinanza di custodia cautelare.

I server in cui i due fratelli hanno immagazzinato le informazioni raccolte, sono stati sequestrati in Usa dal Fbi. La cooperazione internazionale tra gli uomini della polizia Postale e quelli della Cyber Division del Federal Bureau of Investigation è stata fondamentale: gli americani, allertati dai colleghi italiani, hanno infatti impedito che l’ingegnere nucleare e sua sorella – una volta capito di esser stati scoperti – potessero distruggere da remoto le tracce dello spionaggio. L’analisi del materiale sequestrato in America consentirà ora di accertare con esattezza quali e quanti dati siano stati rubati ma, soprattutto, di ricostruire l’intero giro d’interessi che si nascondeva dietro i due fratelli.

La sigla ‘Pobu‘, Politicians Business, indicava la ‘cartella’ in cui venivano catalogati tutti i politici scelti come target e spiati in questi anni mentre ‘Bros‘ (fratelli), era invece la sigla della cartella in cui sono stati piazzati tutti gli appartenenti ad una loggia massonica: è quanto hanno scoperto gli investigatori della Polizia. L’indagine ha anche permesso di risalire ad una serie di società italiane e straniere che, secondo gli investigatori, altro non erano che scatole cinesi usate come paravento per acquisire in via anonima servizi informatici all’estero. E proprio il concreto pericolo di una fuga all’estero degli indagati, che erano titolari di diverse attività fuori dall’ Italia, ha spinto il Gip ad emettere le misure di custodia cautelare in carcere per i due.