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Roma, ragazza stuprata a Capodanno: “Ricordo poco della notte, solo che quando mi sono svegliata…”

Emergono nuovi retroscena sullo stupro della ragazza di 16 anni al Quartaccio, Roma, a Capodanno. La giovane è stata stuprata per tre ore da cinque ragazzi, adulti e minorenni, “lasciata sola in quella casa” dagli amici. Il sospetto è che sia stata anche drogata. “Non ho idea se qualcuno mi abbia messo qualcosa nel bicchiere. Ho iniziato a perdere i sensi”, spiega la ragazzina, figlia di un diplomatico spagnolo, riporta la Repubblica. Quella ragazza, come scrive anche la gip nell’ordinanza, è stata “abbandonata a un destino di dolore”.

Ragazza stuprata al Quartaccio (Roma), la deposizione

“Mi ricordo più o meno l’inizio, che stavo in una stanza e dei ragazzi mi stavano toccando”, le sue sono immagini confuse. “Mi ricordo che ho fatto resistenza, l’ho fatta ma non potevo fare più di tanto, non avevo forza, non avevo consapevolezza. Mi dicevano p…, z…, anche altri oltre a loro”. Il giorno dopo capisce quanto le è accaduto. “Mi sono svegliata, mi sentivo come se avessi i postumi di ogni droga possibile e immaginabile. Avevo male dappertutto. Sono andata in bagno e ho guardato le gambe. Erano completamente piene di lividi, c’erano anche sulle braccia. Avevo dei segni e tanto dolore. C’era del sangue. Addosso avevo solo una felpa non mia”, e la voce si incrina. “Non riuscivo a fare nulla, nemmeno a parlare. La ragazza riesce a farsi solo una doccia. “Dovevo levare addosso da me tutto quello schifo. Il giorno dopo ancora “i miei amici mi hanno detto che era successo qualcosa e che un ragazzo aveva mostrato a tutti una maglietta sporca di sangue”.

Le chat degli indagati

Invece dalla chat “festino il 5 o il 6” i carabinieri hanno ricostruito cosa è successo nel villino in via del Podere Fiume: “Io vedevo gli unicorni che volavano e i tappeti che si muovevano”, scrive una delle partecipanti. In una storia Instagram una minorenne prende cocaina con una banconota da 20 euro a fare da pippotto. Ma ci sono anche le trattative per l’acquisto della droga: “Non posso mica anna’ in giro per Roma con un chilo di merce, se me fermano so’ cazzi”. Per i due principali indagati il padre della ragazza era “un infame”. I due programmavano un altro appuntamento per l’Epifania. 

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