Salvatore Ligresti, doppia richiesta di processo: corruzione e aggiotaggio

di Redazione Blitz
Pubblicato il 3 Marzo 2014 - 14:16 OLTRE 6 MESI FA
Salvatore Ligresti, doppia richiesta di processo: corruzione e aggiotaggio

Salvatore Ligresti, doppia richiesta di processo: corruzione e aggiotaggio (foto LaPresse)

MILANO – Due richieste di rinvio a giudizio in un solo giorno per Salvatore Ligresti. Il pm di Milano Luigi Orsi ha chiesto il processo per l’ex patron di Fonsai sia per il filone di inchiesta nel quale è imputato per corruzione con l’ex presidente dell’Isvap Giancarlo Giannini, sia per il filone sui trust nel quale è indagato per aggiotaggio.

Per la vicenda in cui Ligresti è imputato  con altre due persone per aggiotaggio il gup di Milano Alessandra Clemente, come è stato riferito da fonti legali, ha fissato l’udienza preliminare per il prossimo 21 marzo. Per questo filone di indagine, secondo l’accusa, il costruttore siciliano, assieme all’imprenditore Giancarlo De Filippo e al fiduciario Niccolò Lucchini, tra il 2 novembre 2009 e il 16 settembre 2010 avrebbe manipolato il valore di Borsa del titolo Premafin con compravendite effettuate da due trust off-shore con sede alle Bahamas, titolare del 20 per cento del capitale.

Nell’altro filone di inchiesta, quello in cui Ligresti risponde di corruzione con Giannini (a quest’ultimo è contestata anche la calunnia), il presidente dell’Istituto per la Vigilanza sulle Assicurazioni Private, per ottenere la nomina al vertice dell’Antitrust una volta scaduto il mandato all’Isvap – il suo nome fu caldeggiato dall’ingegnere di Paternò anche presso l’allora premier Silvio Berlusconi -, dal 2002 fino all’agosto 2010, avrebbe omesso qualsiasi controllo “nei confronti della società vigilata”, la compagnia assicurativa del gruppo Ligresti. Solo nell’ottobre di tre anni fa, come si legge nel capo di imputazione, Giannini dispose “in modo tardivo e inefficace” un’ispezione per altro da lui stesso rallentata e ostacolata.

Per la Procura avrebbe tenuto un comportamento “contrario ai doveri d’ufficio” per avere avuto – e anche accettato – la promessa “dell’incarico di Presidente dell’Autorità garante della Concorrenza e del Mercato. Promessa – hanno ricostruito gli inquirenti – cui Ligresti faceva seguire contatti con il Presidente del Consiglio” di allora Berlusconi ma che non si concretizzò per la caduta del suo governo e l’insediamento a Palazzo Chigi di Mario Monti.    Giannini qualche giorno fa, prima della richiesta di rinvio a giudizio, era stato interrogato dal pm al quale ha depositato una memoria.