Sarah Scazzi: “Sul cellulare le impronte di uno sconosciuto”

Pubblicato il 30 Maggio 2011 - 20:04 OLTRE 6 MESI FA

AVETRANA – Sul cellulare di Sarah Scazzi potrebbero esserci le impronte di un passante che lo ha involontariamente spostato dal posto dove l’aveva lasciato Michele Misseri. Se così fosse verrebbero vanificate tutte le indagini su quel cellulare, fatto ritrovare nelle campagne proprio da zio Michele il 29 settembre.

Secondo quanto riporta il Corriere del Mezzogiorno, sarebbe stato lo stesso Michele a svelare questa novità in uno dei colloqui con la moglie Cosima intercettati dalle cimici della procura piazzate nel parlatorio del carcere. I due parlavano degli imminenti esami irripetibili sui Dna che i Ris dovranno iniziare il 5 maggio a Roma (l’intercettazione porta la data di qualche giorno prima). Cosima vuole sapere dal marito se il telefono della nipote lo aveva sempre preso con il fazzoletto o a mani nude. “Solo quando lo spostavo da una parte all’altra eventualmente mi vedevano che lo stavo prendendo”, risponde Michele. I due commentano poi la notizia appresa non si sa come secondo cui sul telefonino non c’erano impronte (ma solo sulle due linguette appese di metallo).

“Se non hanno trovato niente proprio è stranissimo, a meno che se non si sono lavate che è piovuto… dove l’ho trovato l’ultima volta vicino da Ivano” . Il luogo è quello sulla via per il mare, all’altezza dell’abitazione dell’amico della figlia, da dove po fu ripreso da Michele per farlo definitivamente trovare nell’uliveto dove lui stesso vi aveva lavorato il giorno prima. “Le impronte che stanno la sopra sono di chi lo ha preso per ultimo, quindi quando io l’ho messo la, non l’ho trovato più allo stesso punto, l’ho trovato vicino al muro, quindi lo hanno preso in mano”, spiega Michele alla moglie che cerca di trovare una giustificazione allo spostamento con il traffico delle auto che potrebbero averlo spinto altrove.

“No, io non l’ho mai messo in mezzo alla strada -insiste Michele – l’ho messo sempre al margine, alla ripata… e non l’ho più trovato al margine ma vicino al muro”. Se i ricordi di Michele sono esatti, può essere quindi che qualcuno abbia toccato il cellullare abbandonandolo subito dopo a qualche metro di distanza senza denunciare la circostanza ai carabinieri che in quel periodo pattugliavano a piedi quella trafficatissima arteria che porta sulla costa.