Sentenza omicidio Meredith: Amanda in lacrime, Raffaele impassibile

Pubblicato il 5 Dicembre 2009 - 09:07 OLTRE 6 MESI FA

amandaAmanda Knox, condannata a 26 anni di reclusione per l’omicidio di Meredith Kercher, è esplosa in lacrime dopo aver ascoltato il dispositivo di sentenza. “No, no…”, ha mormorato abbracciata al suo avvocato Luciano Ghirga, mentre il presidente della corte Massei leggeva il lungo dispositivo.

Impassibile, invece, Raffaele Sollecito mentre ascoltava la decisione dei giudici.

“Non hanno fatto il loro dovere, non lo hanno fatto fino in fondo. Dovevano assolverlo, Raffaele é innocente”. Così tra le lacrime la compagna del padre del giovane barese condannato per l’omicidio di Meredith Kercher, Mara. La donna, quando Raffaele è stato portato via dall’aula ha urlato “forza Raffaele” prima di scoppiare in un pianto a dirotto.

Visibilmente contrariati anche gli avvocati delle due difese, con Luciano Ghirga, che ha difeso Amanda, abbracciato alla giovane di Seattle prima che gli agenti della polizia penitenziaria la portasse via.

“Le nostre richieste sono state accolte, la Corte in sostanza ha condiviso l’impianto accusatorio”. Così il pubblico ministero Giuliano Mignini ha invece commentato la sentenza . “E’ una sentenza – ha aggiunto – che sicuramente le difese appelleranno. I giudici hanno ritenuto di concedere le attenuanti generiche ma comunque le nostre tesi sono state accolte”. “Leggeremo i motivi della sentenza – ha concluso – Comunque noi a questo punto usciamo di scena”.

Quella che condanna Raffaele Sollecito è una “sentenza contraddittoria” e dunque non potrà che arrivare una assoluzione in appello. Così l’avvocato Giulia Bongiorno, legale del giovane barese, ha commentato la sentenza della Corte d’Assise di Perugia che ha condannato a 25 anni Raffaele. “Credo che avere fiducia nella giustizia significhi prendere atto delle sentenze anche quando ci danno torto – dice l’avvocato -. Io prendo questa sentenza di condanna come un rinvio della sentenza di assoluzione di Raffaele, anche perché nel dispositivo c’é qualcosa di contraddittorio, in quanto di fronte al tipo di contestazione sono state riconosciute le attenuanti generiche”. Questa, conclude Bongiorno, “non è una sentenza di condanna, è un doloroso differimento di sentenza di assoluzione che arriverà. Da domani penseremo all’appello”.