Sicilia, al 118 mille assunti per non lavorare: sprecati 25 milioni l’anno

di Redazione Blitz
Pubblicato il 8 Giugno 2014 - 12:06 OLTRE 6 MESI FA
Sicilia, al 118 mille assunti per non lavorare: sprecati 25 milioni l'anno

Sicilia, al 118 mille assunti per non lavorare: sprecati 25 milioni l’anno

PALERMO – Mille addetti assunti per non lavorare, con uno spreco di 25-30 milioni di euro l’anno. Succedeva in Sicilia, scrive Michele sul Corriere della Sera. Il 118 aveva bisogno di 2.400 autisti per le sue 256 ambulanze, ma nel luglio del 2010 ne furono assunti 3.350, senza concorso.

I mille lavoratori in esubero per tre anni non lavorarono, ma vennero regolarmente pagati. Ora, però, su questa vicenda indaga la Corte dei Conti.

Le assunzioni avvenero dopo che, nel gennaio del 2010, l’allora assessore alla Sanità del governo di Raffaele Lombardo, Massimo Russo “per porre fine agli sprechi” decise di togliere alla Croce Rossa italiana il 118 e di affidarlo a una società interamente pubblica costituita tra le 17 Aziende sanitarie e la regione Sicilia, la Seus Spa.

Scrive Schinella:

“Negli stessi giorni l’ex magistrato della Procura di Palermo scoprì dall’Avvocatura dello Stato cui aveva chiesto un parere che doveva essere la regione Sicilia a pagare i 50 milioni di euro di straordinario che i 3350 dipendenti della Croce rossa reclamavano. Il motivo? Avevano tutti un contratto part time e il loro monte orario complessivo non bastava a tenere sempre attive le ambulanze dislocate in Sicilia: per anni, invece di aumentare l’orario di lavoro ordinario settimanale di ciascuno di loro si era ricorso all’uso massivo dello straordinario, meglio remunerato.

L’assessore pensò allora di chiedere agli autisti di rinunciare alle remunerazioni degli straordinari in cambio di una assunzione nella nuova società pubblica con contratto full time e salari più alti. Tutti accettarono.

“tranne il segretario regionale della Funzione pubblica della Cgil Michele Palazzotto che presentò un esposto per estorsione nei confronti di Russo: “I lavoratori hanno diritto a tutti i loro soldi e al passaggio nella nuova società”, rivendicò il sindacalista. Il risultato del do ut des? La carenza si trasformò in esubero di personale. “Una parte di questi li riqualificheremo come operatori socio sanitari e li impiegheremo nelle strutture sanitarie pubbliche; gli altri effettueranno i servizi di trasporto interno per conto degli ospedali”, assicurò Russo. L’operazione, però, ha avuto tempi biblici. Dino Alagna, sino a qualche giorno fa direttore sanitario della società pubblica, spiega: “E’ stato molto faticoso, ci sono state tante difficoltà e resistenze, ma solo da febbraio del 2014 non c’è più alcun dipendente della Seus inattivo”.

Tra l’altro

“l’affidamento da parte della Regione del 118 e dei servizi di trasporto ospedaliero senza gara alla Seus Spa era stato bocciato dall’Autorità di vigilanza sui pubblici contratti. Secondo l’organismo allora presieduto da Sergio Santoro entrambe le operazioni sono state effettuate “in violazione delle regole di libera concorrenza di derivazione comunitaria” e sono causa “di aggravi di costi per le casse pubbliche”: la delibera è stata così trasmessa alla Procura della Corte dei conti. Tuttavia, alla fine del 2012 il governo regionale guidato da Rosario Crocetta ha rinnovato il contratto si servizio alla Seus Spa. Nei successivi mesi del 2013 per sanare le illegalità rilevate dall’ Avcp lo Statuto della società pubblica è stato profondamente modificato. La gestione del servizio di emergenza siciliano era già finita all’attenzione della Corte dei conti: nel mirino della Procura i provvedimenti grazie ai quali le ambulanze erano lievitate (in due occasioni ma sempre alla vigilia di tornate elettorali) passando dalle 150 del 2004 a quasi doppio nel 2007. L’organo di responsabilità contabile il 27 febbraio del 2013 ha condannato 18 esponenti politici a pagare complessivamente 13 milioni di euro”.