Simonetta Cesaroni, Meredith Kercher…i flop della ''scientifica''

Pubblicato il 27 Aprile 2012 - 20:07 OLTRE 6 MESI FA

ROMA, 27 APR – L'assoluzione di Raniero Busco nel processo d'appello per il delitto di via Poma e' solo l'ultimo dei casi in cui l'interpretazione dei test genetici e' stata ribaltata, e conferma che l'esame del Dna non puo' essere considerato infallibile. Lo hanno affermato gli esperti riuniti a Roma nel convegno sul 'lato nascosto' del Dna organizzato dall'universita' Cattolica, che hanno dedicato una sessione proprio ai casi italiani piu' famosi.

"In molti casi il Dna si e' rivelato decisivo, come nel delitto dell'Olgiata – ha sottolineato Giorgio Santacroce, Presidente della corte d'appello di Roma – ma se si pensa a Garlasco, all'omicidio di Meredith Kercher e alla stessa via Poma gli scenari sono cambiati nel corso del processo, e questo lascia disorientati. La lezione e' che questi test hanno grandi potenzialita', ma anche dei limiti".

L'esempio piu' discusso e' stato proprio quello di Perugia: "Un esame molto sensibile ha escluso che ci fossero tracce di sangue sul coltello indicato come arma del delitto – ha spiegato Bruce Budowles, consulente della famiglia di Amanda Knox – ma e' stato ignorato". Anche il gancetto del reggiseno di Meredith non e' stato analizzato correttamente: "Abbiamo trovato almeno due errori nella procedura usata – ha spiegato Carla Vecchiotti, autrice della 'superperizia' che ha portato all'assoluzione – i periti hanno indicato come certa la presenza del Dna di Sollecito, ignorando quella di almeno altri due soggetti".

Anche l'assoluzione di Busco agli esperti e' apparsa 'logica': "Nel caso e' stato sopravvalutato il test del Dna – ha sottolineato Angelo Fiori, che all'epoca del delitto era uno dei periti – la sentenza sottolinea come si debbano invece prendere in considerazione tutte le prove". Anche il caso Claps rischia di vedere un 'eccesso di zelo' nell'uso dei test genetici: "Il Dna sulla blusa di Elisa Claps e' molto deteriorato, ed e' stato esposto agli agenti esterni. Per molti anni – ha affermato l'avvocato Alessandro Gentiloni Silveri – una prima perizia aveva stabilito l'impossibilita' di trovare corrispondenze con il presunto colpevole, mentre un'altra le ha trovate. Servirebbero dei protocolli piu' rigidi in queste analisi".

La soluzione, ha sottolineato l'avvocato Giulia Bongiorno, e' in una maggiore prudenza: "Non ci sono mai verita' assolute – ha affermato – mentre i giudici danno estremo credito alla prova scientifica. Gli scienziati dovrebbero avere una maggiore prudenza".