VIBO VALENTIA – C’è un indagato per l’omicidio di Soumayla Sacko, il 29enne del Mali ucciso a colpi di fucile sabato sera a San Calogero. [App di Blitzquotidiano, gratis, clicca qui,- Ladyblitz clicca qui –Cronaca Oggi, App on Google Play] E’ il nipote di uno dei soci della società proprietaria della ex fornace in cui è avvenuto il delitto. Si tratta di un italiano di 43 anni.
Martedì pomeriggio, i carabinieri gli hanno notificato l’avviso di garanzia e contestuale “notifica di accertamenti tecnici non ripetibili” in relazione all’omicidio, emessi dalla Procura della Repubblica di Vibo Valentia che coordina le indagini.
All’indagato, assistito dall’avvocato Franco Muzzopappa, gli investigatori sono risaliti già nell’immediatezza del fatto. Infatti, poche ore dopo il delitto e dopo avere sentito la testimonianza dei due feriti, all’uomo sono stati sequestrati l’auto Fiat Panda bianca descritta dai due cittadini del Mali ed i vestiti e sarebbe anche già stato sottoposto alla prova dello stub, l’esame per accertare i residui da sparo su mani e vestiti, i cui risultati saranno noti agli inquirenti nei prossimi giorni.
Secondo il racconto dei migranti feriti, a sparare era stato un uomo arrivato con una Fiat Panda che aveva fatto fuoco dalla strada che sovrasta la fornace ad una distanza di una settantina di metri. Ad uno dei feriti, nelle ore successive al delitto, era stata mostrata una persona con indosso dei vestiti che il teste ha detto essere identici a quelli indossati dallo sparatore.
Se il test dello stub dovesse risultare positivo, è abbastanza scontato che nei confronti dell’indagato possa scattare l’ordinanza di arresto. Oggi intanto, c’è stato il conferimento dell’incarico per l’autopsia sul corpo di Soumayla affidato al medico legale Katiuscia Bisogna.