“Il terremoto in Emilia potrebbe durare anni, come nel Cinquecento”

Pubblicato il 30 Maggio 2012 - 18:03 OLTRE 6 MESI FA

FERRARA – Il terremoto in Emilia Romagna potrebbe durare mesi, anzi anni. Come fu già per quello del 1570: le scosse si protrassero fino almeno al 1574. Questo l’allarme del presidente dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, Stefano Gresta, in conferenza stampa a Roma: “Nella prossima settimana non possiamo escludere altre repliche di magnitudo 4 o 5 – dice – Questa sequenza ha tutte le caratteristiche per ripetersi. Nel terremoto del Friuli del ’76 abbiamo avuto scosse che si sono ripetute a maggio e a settembre”. E ha poi aggiunto: “Non possiamo escludere la presenza di una seconda faglia, anche se i dati attuali ci dicono che il sisma ha avuto lo stesso meccanismo del terremoto del 20 maggio. Per capire se si tratta di quello, o o di un’eventuale seconda faglia, ci vorrà comunque un’analisi più approfondita”.

Sono stati circa un migliaio le scosse di terremoto avvenute in Emilia a partire dal 20 maggio. Di queste, più recenti concentrate nella zona occidentale, la maggior parte avvenute a partire dalla mezzanotte oscilla fra magnitudo 2 e 3: “Le scosse registrate finora rientrano in un quadro di normale sismicità”, ha aggiunto Gresta. Per il sismologo Alessandro Amato “E’ importante non abbassare la guardia,la sequenza durerà molto tempo”.

Anche sul finire del cinquecento l’Emilia Romagna tremò infatti come in questi giorni, tremò con scosse che durarono quattro anni tra il 1570 e il 1574: scosse così forti da far crollare case e palazzi e mettere in fuga gli Estensi. A raccontarlo, in un’intervista al Corriere della Sera, è Romano Camassi, ricercatore storico dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia.

Camassi racconta a Caterina Pasolini: “La zona intorno alla Ferrara degli Estensi sussultò a lungo: duemila le scosse che danneggiarono la città, costringendo alla fuga Duchi e servitori dopo l’iniziale tentativo da parte delle autorità di minimizzare la gravità del fenomeno. Così 11mila persone abbandonarono all’improvviso case e palazzi, per un anno almeno, mentre la Corte si trasferì nei giardini sotto lussuose tende”.

Racconta ancora: “La sequenza sismica comincia il 17 novembre del 1570 e si protrae con varia intensità, fino al settimo grado, per più di un anno, ma per arrivare alla coda dobbiamo aspettare il 1574, proprio a Finale Emilia”.

Emilia terra di terremoti? “Sì – dice Camassi – tra il 1561 e il 1574 nel luoghi dove in questi giorni la terra ha tremato ce ne furono tre, di intensità e durata molto diversa. E in questo caso è un lasso di tempo lungo ben tredici anni, ma non è un singolo terremoto, sono episodi ben distinti. Ma tanto intensi che proprio a Ferrara Pirro Ligorio, architetto ed erudito illustre, successore di Michelangelo alla fabbrica di San Pietro, dopo queste continue scosse distruttive che rasero al suolo parte della città, fu tra i primi a sviluppare l´idea di una architettura antisismica”.