Torino, Islam: musica è peccato. Famiglie cambiano scuola

di redazione Blitz
Pubblicato il 28 Ottobre 2015 - 09:59 OLTRE 6 MESI FA
Torino, Islam: musica è peccato. Famiglie cambiano scuola

Torino, Islam: musica è peccato. Famiglie cambiano scuola

TORINO – La musica, tutta, è peccato, e alcune famiglie musulmane residenti a Torino tolgono i figli dalla scuola. Succede in un istituto del quartiere multiculturale di Porta Palazzo, dove il 90% dei bambini iscritti è di origine non italiana. Per integrare diverse culture e sensibilità i docenti hanno pensato a un progetto musicale, “crescere in orchestra”, con l’obiettivo di insegnare ai piccoli a suonare il violino e il violoncello. La musica unisce nelle diversità, da sempre, perché non dovrebbe funzionare anche in questa scuola?

Ma gli insegnanti non hanno fatto i conti con una inaspettata resistenza. Lo zio di una bambina di origine marocchina è prima intervenuto sui genitori della piccola, poi ha fatto pressioni anche su altri genitori musulmani: la musica è contraria ai dettami del Corano, quindi niente orchestre a scuola. I parenti di alcuni bambini hanno quindi protestato formalmente, gli insegnanti hanno spiegato la bontà e le intenzioni educative del progetto, sottolineando anche l’entusiasmo dei bambini stessi, ma alla fine due alunni sono stati trasferiti per volere dei genitori.

“A quell’assemblea abbiamo avuto l’impressione che i genitori fossero stati in qualche modo “organizzati” contro il progetto musicale e che il consenso alle posizioni di quello zio potesse aumentare. Questo ci ha preoccupati, anche se ci sono state anche famiglie arabe che si sono subito dissociate”, racconta a La Stampa la preside Concetta Mascali.

Alla seconda assemblea sull’argomento però le obiezioni dei genitori non sono state più di carattere religioso, ma economico. “Nessuno dei genitori nella seconda riunione ha più parlato di motivi religiosi – spiega Ibrahim Baya, portavoce dell’Associazione Islamica delle Alpi, presente all’incontro -, tutti invece hanno ammesso di avere difficoltà economiche. La maggior parte delle famiglie è marocchina e in Marocco abbiamo musica colta e popolare, e tutti la ascoltano. Alla fine della riunione, i genitori si sono dichiarati d’accordo a continuare il progetto dell’orchestra, l’importante è che si possa contare su un sostegno economico”.