Trapani, stermina la famiglia. Dà fuoco alla casa, si butta nel vuoto

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via Omero a Trapani

TRAPANI – Ammazza la figlia Daniela, di dieci anni, la ex moglie Stefania Mighali, la suocera Nunzia Rindinella e il cognato portatore di handicap: poi dà fuoco alla casa e si lancia dal balcone. Così è stata sterminata a Trapani un’intera famiglia, avvolta dalle fiamme appiccate da un uomo di 40 anni, Pietro Fiorentino.

Non aveva un impiego stabile, faceva piccoli lavoretti saltuari, racconta Repubblica. La mattina del 12 gennaio però si è alzato e ha deciso di fare una strage: ha chiuso tutti i familiari in una stanza di via Salemi Lotto 100, angolo via Omero, nel rione Palma e ha acceso il fuoco.

Poi, tentando di scappare dal rogo, si è buttato nel vuoto. Lo hanno trovato morto in pigiama, aveva dormito in casa quella notte molto probabilmente.

Sarebbe un gesto di follia dopo un periodo di liti per la separazione quello di Fiorentino nei confronti della moglie, della famiglia di quest’ ultima, e della figlia. L’uomo sarebbe andato nell’appartamento della moglie Stefania e dopo l’ennesima lite l’avrebbe uccisa, assassinando poi anche gli altri in casa.

I vicini raccontano che la moglie lo aveva denunciato più volte, almeno tre, ma la Procura di Trapani sostiene di non averne ricevute.

”Aveva gia’ minacciato la moglie di morte e l’aveva fatto davanti ai Carabinieri. Litigavano in continuazione. Lui era geloso e si presentava in piena notte a casa della ex”. E’ il racconto di Antonella Rinaudo, una vicina di casa di Stefania Mighali, la donna assassinata dal marito, da cui era separata, a Trapani insieme alla figlia, alla madre e al fratello.

La vicina, che conosce la famiglia da trent’anni e che descrive come composta da ”persone perbene”, racconta di liti furibonde e grosse tensioni tra gli ex coniugi. Pietro Fiorentino, dopo la separazione, sarebbe piu’ volte piombato in casa della ex moglie, spesso anche in pigiama. La testimonianza smentirebbe quanto supposto dagli inquirenti che avevano dedotto che l’uomo, suicidatosi dopo l’omicidio, che indossava il pigiama, avesse dormito nell’abitazione.

”Era geloso – dice la vicina – e la donna non sapeva come fare. Ha anche denunciato le molestie ai carabinieri e una volta, proprio davanti ai militari, Fiorentino l’ha minacciata di morte”.

La vicina conferma che nell’appartamento di via Omero la vittima aveva organizzato una casa di riposo per anziani ai quali faceva da badante. ”Fortunatamente – dice – la scorsa notte non c’era nessuno degli ospiti”.

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