Trapianti da donatori positivi Covid a negativi: 19 interventi. Un uomo di 64 anni al Sant’Orsola di Bologna e un ragazzo di 15 anni al Bambino Gesù di Roma. Entrambi hanno ricevuto un nuovo cuore grazie a una deroga del Centro nazionale trapianti al protocollo sperimentale sul prelievo di organi da donatori positivi al Covid.
Trapianti da donatori positivi Covid a negativi: 19 interventi
I due trapianti sono i primi al mondo da donatori deceduti positivi al Sars-Cov-2 su riceventi negativi e privi di anticorpi. In entrambi i casi i pazienti hanno ricevuto un nuovo cuore e nessuno dei due ha contratto il Covid-19 dopo il trapianto.
Il primo trapianto a fine aprile al Policlinico Sant’Orsola, il secondo a metà maggio all’Ospedale Gesù di Roma.
Due cardiopatici gravi hanno ottenuto l’organo da positivi
I due riceventi, che soffrivano di cardiopatie severe, figuravano in lista d’attesa urgente nazionale. Hanno ottenuto l’organo grazie a una deroga.
Il protocollo attualmente in vigore, infatti, consente di effettuare trapianti di organi salvavita provenienti da donatori risultati positivi al coronavirus e deceduti per altre cause.
Ma solo su riceventi positivi al momento del trapianto. O già immunizzati per malattia pregressa o per vaccinazione.
“Nei casi trattati al Sant’Orsola e al Bambino Gesù la gravità delle condizioni cliniche dei pazienti ha spinto le equipe mediche dei due centri a chiederci l’autorizzazione al trapianto. Anche se i riceventi erano privi di anticorpi”, spiega il direttore del Cnt Massimo Cardillo.
Dall’attivazione, nel dicembre scorso, del protocollo sperimentale, il primo a livello internazionale di questo tipo, diciannove i trapianti da donatori con Sars-Cov-2. A parte i due trapianti di cuore del Sant’Orsola e del Bambino Gesù, gli altri diciassette interventi hanno riguardato il fegato.
Ed esclusivamente su pazienti che avevano già avuto il Covid-19, tutti senza reinfezione post-trapianto del nuovo organo.
Otto gli ospedali che partecipano al programma sperimentale
Sono otto gli ospedali che hanno partecipato finora al programma sperimentale: la maggior parte degli interventi (otto) al Centro trapianti di fegato dell’Ospedale Molinette di Torino.
Il resto dei trapianti ha avuto luogo all’Ismett di Palermo, al Sant’Orsola di Bologna, all’Ospedale Niguarda di Milano, al Policlinico di Bari e a Roma presso il San Camillo, il Policlinico Tor Vergata e il Bambino Gesù.
Sono sedici, invece, gli ospedali dove sono state effettuate le donazioni di organi, con il supporto di otto coordinamenti regionali della Rete nazionale trapianti. Cinque in Piemonte (Alessandria, Cuneo, Domodossola, Torino, Novara).
Tre in Toscana (Empoli, Massa e Pistoia). Due in Lombardia (Brescia e Lecco), due in Puglia (Bari e Lecce) e uno per regione in Abruzzo (Teramo), Lazio (Roma Bambino Gesù) Liguria (Genova) e Sicilia (Catania).