Treni pendolari, i 10 peggiori: Roma-Ciampino, Circumflegrea, Bergamo-Milano…

di Redazione Blitz
Pubblicato il 11 Dicembre 2014 - 10:41 OLTRE 6 MESI FA
Treni pendolari, i 10 peggiori: Roma-Ciampino, Circumflegrea, Bergamo-Milano...

Foto Legambiente

ROMA – Treni spesso in ritardo, carrozze sporche, posti insufficienti e pendolari costretti a viaggiare in piedi. Questa la vita che ogni giorno i pendolari devono affrontare nel tragitto casa-lavoro. E come ogni anno Legambiente ha presentato il rapporto Pendolaria 2014, stilando la top 10 delle peggiori linee ferroviarie. Al primo posto c’è Roma-Ciampino-Castelli romani, tratta flagellata da ritardi e vecchie infrastrutture, ma nel Lazio non è l’unica: anche la Nettuno-Roma Termini, la Termini Giardinetti e la Roma Nord-Viterbo difendono il titolo di linee peggiori nella Regione.

Poi c’è la Circumflegrea in Campania, la Bergamo-Milano in Lombardia, la Portogruaro-Venezia in Veneto e la Siracusa-Ragusa-Gela in Sicilia. Queste solo le prime 5 linee peggiori per i trasporti ferroviari in Italia. E mentre i disservizi per i pendolari aumentano, si spiega nel rapporto, i costi dei biglietti salgono:

“Rispetto al 2009 le risorse da parte dello Stato per il trasporto pubblico su ferro e su gomma sono diminuite del 25% e le regioni in larga parte dei casi non hanno investito; tra il 2011 e il 2014 il taglio ai servizi ferroviari è stato pari al 21% in Abruzzo e al 19% in Campania e Sicilia. Mentre il record di aumento del costo dei biglietti dal 2011 ad oggi è stato in Piemonte con più 47%; è stato del 41% in Liguria, del 25% in Abruzzo e Umbria, a fronte di un servizio che non ha avuto alcun miglioramento”.

Ecco la lista delle 10 linee peggiori d’Italia stilata da Repubblica sulla base del rapporto di Legambiente Pendolaria 2014:

 “1) Roma Termini-Ciampino-Castelli romani: il sistema è composto da 3 linee che collegano la stazione Termini con Ciampino e si diramano verso Frascati, Velletri ed Albano Laziale. Il problema in comune alle tre linee è quello di una infrastruttura vecchia e che a Ciampino diventa ad unico binario per tutte e tre le direttrici. La linea potrebbe rappresentare un’opportunità reale di mobilità per una delle aree più abitate del Lazio, con un bacino potenziale di utenti molto alto. Ma la crisi della mobilità pendolare nell’area romana è diffusa su altre linee, dalla Roma-Nettuno, alla Termini-Giardinetti, alla Roma Nord-Viterbo frequentata da oltre 75.000 viaggiatori al giorno.

2) Circumflegrea: 45mila pendolari che quotidianamente si muovono tra Napoli e l’area nord-occidentale della città attraverso le linee circumflegrea e cumana. Sulla circumflegrea si riscontrano problemi di sovraffollamento e ritardi, c’è poi lo stato di degrado e fatiscenza di molte stazioni, abbandonate e vandalizzate, e per buona parte sprovviste di biglietteria o di obliteratrici. Problemi analoghi li trovano i pendolari che si spostano lungo la linea cumana, anche se la situazione è migliorata nella seconda parte dell’anno grazie all’introduzione di due nuovi treni e di uno ristrutturato. Mentre continuano i soliti problemi sulla circumvesuviana.

3) Bergamo-Milano: nonostante i recenti potenziamenti ed i consistenti investimenti sulla linea realizzati con il quadruplicamento della tratta Milano-Treviglio e il raddoppio della tratta Treviglio-Bergamo, sui 56 km di linea i tempi di percorrenza sono rimasti gli stessi di trenta anni fa con una velocità media di 60 km/h, pessime condizioni di viaggio con carrozze sovraffollate e sporche.

4) Siracusa-Ragusa-Gela: la linea Siracusa-Gela collega due province importanti, è lunga 181 km, ma ancora non elettrificata e a binario unico e che vede, soprattutto, un solo treno diretto collegare le due città. I tempi di percorrenza dei treni sono simili e in alcune relazioni (Comiso-Tagusa, Pozzallo-Modica) addirittura superiori rispetto a quelli di 20 anni fa. Le biglietterie nelle stazioni sono quasi del tutto scomparse.

5) Portogruaro-Venezia: la tratta di 62 km, ha visto un calo dell’offerta di servizio per i pendolari notevole. In particolare negli orari serali, con l’ultimo treno da venezia verso il veneto orientale alle 22.41, Mentre prima delle 7.20 Nei giorni festivi non si può giungere a venezia e persistono fasce di diverse ore sprovviste di treni regionali.

6) Catanzaro Lido-Lamezia Terme: linea di 42 km a binario unico, seppur strategica nei collegamenti regionali perché unisce i versanti tirrenico e jonico della calabria, è stata classificata come tratta a scarso traffico e ad oggi conta 10 collegamenti al giorno (per senso di marcia) di cui solo 3 con treni regionali.
Il resto è stato sostituito con autobus.

7) Le 14 linee tagliate in Piemonte: dal 2010 a oggi sono state cancellate ben 14 linee: Santhià-Arona, Pinerolo-Torre Pellice, Cuneo-Saluzzo-Savigliano, Cuneo-Mondovì, Ceva-Ormea, Asti-Castagnole-Alba, Alessandria-Castagnole-Alba, Asti-Casale-Mortara, Asti-Chivasso, Novi-Tortona, Alessandria-Ovada, Vercelli-Casale Monferrato e Sesto Calende-Oleggio. Quest’ultima tratta fa parte della storica linea ferroviaria Luino-Sesto Calende-Novara ed è stata soppressa senza alcun preavviso.

8) Salerno-Potenza: anche quando i treni non subiscono soppressioni improvvise i ritardi sono all’ordine del giorno, con convogli che non raggiungono i 50 km/h di velocità di media e impiegano 2 ore e mezza per arrivare a destinazione. E con l’orario entrato in vigore un anno fa la situazione sulla linea è peggiorata dato che sono stati soppressi alcuni treni. Non va meglio per i pendolari della Foggia-Potenza, dove le carrozze sono vecchie, senza aria condizionata e spesso con i finestrini rotti.

9) Campobasso-Isernia-Roma: un unico binario non elettrificato tra Campobasso e Roccaravindola, per 75 km, è la principale ragione della lentezza e inadeguatezza del servizio rendendo gli spostamenti poco efficienti, oltre a treni in larga parte vecchi. Nel 2013 sono state chiuse le biglietterie a Isernia e a Campobasso. Dei tanti pendolari che si muovono tra Campobasso e Roma molti di quelli che vorrebbero farlo in treno sono costretti a prendere l’auto.

10) Cremona-Piacenza: dalla fine del 2013 tutti i treni della Cremona-Piacenza sono stati soppressi e sostituiti con autobus. Una decisione clamorosa vista l’importanza di una linea elettrificata che costituiva una valida alternativa per gli spostamenti tra due capoluoghi di provincia di due regioni ricche come lombardia e emilia. I tempi di percorrenza dei bus sostitutivi sono superiori di 20/30 minuti rispetto a quelli del treno, ne impiegano 50 rispetto a nemmeno mezz’ora con il treno, andando di fatto a peggiorare enormemente le condizioni di viaggio dei pendolari”.