Associazione a delinquere allevatori e veterinari: rischio tubercolosi nella carne

di Redazione Blitz
Pubblicato il 14 Dicembre 2016 - 09:07 OLTRE 6 MESI FA
Tubercolosi, rischio per carne infetta: macellazione sospetta nel Parco dei Nebrodi

Tubercolosi, rischio per carne infetta: macellazione sospetta nel Parco dei Nebrodi (foto d’archivio Ansa)

MESSINA – Rischio tubercolosi per carne infetta: c’è anche questa accusa, scrive l’Ansa alla base del blitz che ha portato a 33 misure cautelari nel territorio del Parco dei Nebrodi nell’ambito dell’indagine ‘Gamma inteferon’ che ha fatto luce su una presunta filiera illegale di ingenti quantitativi di carne destinata al consumo. Accusa che andrebbe di pari passo con l’aumento di sintomi della brucellosi nella provincia di Messina negli ultimi anni.

Cinquanta complessivamente le persone indagate, tra loro allevatori e macellai, affiancati da medici veterinari in servizio presso l’Asp di Sant’Agata Militello, ciascuno con un preciso ruolo nell’organizzazione di una filiera illegale e clandestina delle carni parallela a quella certificata. Le misure cautelari sono state emesse dal Gip presso il Tribunale di Patti, Andrea La Spada, su richiesta del Sostituto Procuratore Francesca Bonanzinga.

Le indagini hanno fatto emergere come le attività illegali abbiano inizio con furti di animali, fino alla macellazione clandestina e successiva vendita al pubblico, con messa in commercio di alimenti pericolosi per la salute, poiché privi di controlli sanitari e quindi ad altissimo rischio per la trasmissione di malattie infettive, quale la tubercolosi.

Alessio Ribaudo spiega sul Corriere della Sera:

Gli inquirenti hanno alzato il velo su un altro problema inquietante. Nella provincia di Messina sono stati certificati una cinquantina di casi ufficiali di brucellosi umana che è una malattia particolarmente invalidante e sono stati riscontrati focolai di brucellosi e tubercolosi negli allevamenti. Secondo i dati rilevati dall’Istituto zooprofilattico sperimentale della Sicilia (Izs), aggiornati al 31 dicembre scorso, proprio questa provincia è la più colpita dell’isola. Su 312 allevamenti risultati con mucche affette da brucellosi, 177 si trovano qui mentre su 309 aziende siciliane di pecore e capre infette 85 si trovano in questa zona.

Gli animali, per entrare nel circuito commerciale, devono essere ufficialmente indenni da brucellosi e tubercolosi. Su un milione e 500 mila capi del patrimonio zootecnico regionale, annualmente l’Izs della Sicilia effettua oltre un milione di esami, perché gli animali controllabili sono quelli che hanno più di un anno.