Milano, uccisa davanti a un asilo. 30 anni di carcere all’ex compagno

Pubblicato il 21 Aprile 2010 - 18:51 OLTRE 6 MESI FA

Trent’anni di reclusione. E’ la condanna inflitta all’uomo che lo scorso giugno aveva ucciso a coltellate la sua ex convivente davanti a un asilo comunale di Milano, aggredendola mentre la donna aveva in braccio il loro bambino.

L’uomo, Massimo Merafina, quel giorno avrebbe dovuto trovarsi in carcere su ordine della magistratura ma era invece libero per l’errata trasmissione di un fax dal tribunale alle forze dell’ordine. La sentenza è stata emessa con rito abbreviato dal gup di Milano Nicola Clivio.

La donna, Monica Morra, 33 anni, era stata uccisa lo scorso 23 giugno, mentre stava accompagnando il figlio alla scuola materna. L’ex convivente l’aveva aggredita, colpendola con alcuni pugni, e alcuni educatrici della scuola erano riuscite a toglierle dalle braccia il figlio, prima che Merafina estraesse da una fasciatura che aveva al braccio un coltello da cucina e la colpisse con quattro fendenti.

L’uomo, un impiegato alle Poste con problemi di alcol e stupefacenti, avrebbe dovuto trovarsi in carcere già dal 20 giugno, perché così aveva deciso il tribunale di sorveglianza. Ma la comunicazione via fax dal tribunale al commissariato di Quarto Oggiaro aveva avuto dei problemi e le forze dell’ordine avevano cominciato a cercarlo solo il 22 giugno. L’uomo infatti stava scontando una pena per detenzione di armi con una misura alternativa e affidato ai servizi sociali. Servizi sociali che però avevano comunicato l’interruzione del programma di recupero e il tribunale di sorveglianza aveva così deciso per un nuovo arresto, mai avvenuto a causa del difetto di ricezione del fax.