Udine: 15 portinai dell’università (tra cui disabili) licenziati con un sms

di Redazione Blitz
Pubblicato il 5 Dicembre 2014 - 11:13 OLTRE 6 MESI FA
La sede del rettorato dell'Università di Udine

La sede del rettorato dell’Università di Udine

UDINE – Quindici addetti alle portinerie e alla sorveglianza dell’Università di Udine, tra cui nove appartenenti alle categorie svantaggiate (disabili, ex carcerati, persone con problemi psichici) sono stati licenziati “con un semplice sms” come accusa Stefano Mantovani, presidente della cooperativa Noncello.  In tutto quarantasei addetti garantivano i servizi di portierato e sorveglianza per l’università di Udine, in forza alla cooperativa sociale Noncello. Ma con il nuovo appalto, vinto dalla Gsa di Udine, 15 di loro sono stati lasciati a casa.

“Ci hanno scaricati con un sms il sabato sera, lunedì saremmo dovuti andare come sempre a lavorare” mostra con rabbia il messaggio sul cellulare Marco, tra i lavoratori della cooperativa sociale Noncello lasciati a casa. Ad alcuni di loro mancherebbero degli attestati di sicurezza: “L’università, però, non ci ha mai contattati per farci acquisire l’attestato – riferiscono i bidelli licenziati, ieri riuniti alla sede della Legacoop in via Cernazai -. Noi, comunque, sappiamo bene cosa fare in caso di emergenza, sono anni che lavoriamo in ateneo”.

“Da persone assistite erano diventati lavoratori e contribuenti, negargli questa opportunità è come negargli la cittadinanza” dice e accusa, come riporta il Gazzettino, il presidente della cooperativa Noncello, Stefano Mantovani, “Ai 9 lavoratori protetti è stato negato un posto di lavoro che era anche uno strumento di riscatto personale e sociale, prima ancora che economico”.

“I lavoratori vanno tutelati, la norma è stata disattesa – attacca Claudio Alpini della Cgil -; se la ditta appaltatrice cambia il lavoratore non va toccato. I tagli, poi, non sono affatto motivati: non c’è un calo di lavoro, eppure si lasciano fuori dei lavoratori aumentando le ore a chi resta, anche agli invalidi”.

Con una nota l’Università si è detta “vicina ai lavoratori che al momento hanno perso il loro impiego e sta facendo quanto in suo potere per consentire la assunzione di tutti, anche se questa resta comunque una scelta della società che ha vinto l’appalto”.