Vaccini obbligo, scatta piagnisteo nazionale: “Obbligo obbligatorio davvero?”

di Lucio Fero
Pubblicato il 22 Maggio 2017 - 13:02 OLTRE 6 MESI FA
Vaccini obbligo, scatta piagnisteo nazionale: "Obbligo obbligatorio davvero?"

Vaccini obbligo, scatta piagnisteo nazionale: “Obbligo obbligatorio davvero?”

ROMA – Vaccini obbligo reintrodotto per decreto e il miglior esempio della cultura nazionale in cui atterra la decisione del governo è un passo, il passo iniziale dell’intervista rilasciata da un medico che dei vaccini si fida a Radio 24 Ore. Il medico non è un no vax, tutt’altro. Però è un cittadino italiano standard e quindi ragiona e comunica: “Peccato il decreto sia arrivato all’improvviso…ma dovevamo aspettarcelo, era attesa qualcosa del genere dopo l’aumento dei casi di morbillo e il calo costante della percentuale dei vaccinati”.

Quel medico è tutti noi, è davvero l’italiano tipo: il decreto era atteso ma è arrivato all’improvviso. Non è la logica che fa difetto come pure appare, è il concetto di cittadinanza che latita. Il buon cittadino italiano di fronte ad una decisione operativa dello Stato mette per prima cosa le mani avanti, quel dire contro ogni logica “all’improvviso” è alibi, giustificazione e copertura per ogni eventuale inadempienza, inefficienza, indifferenza.

Prosegue il nostro medico mentre risponde alla domanda dell’intervistatrice e la domanda è se, “con l’estate di mezzo” ce la si farà in “soli” cento giorno a vaccinare, come d’obbligo di legge intervenuto, i bambini non vaccinati. Il medico sospira e riflette e poi indica l’arduo traguardo: “Occorrerà che tutti facciano il proprio dovere”. Fare tutti il proprio dovere professionale e civile, in Italia davvero “vasto programma”.

Infatti sull’obbligo dei vaccini tutti d’accordo o quasi, ma è già partito in generale coro il piagnisteo nazionale. Ci sono ottocentomila bambini da vaccinare lacrimano quotidiani e telegiornali. Sottintendendo e neanche tanto sottintendendo che, trattandosi di un numero alto e quindi di cosa faticosa e relativamente complessa sa realizzare, la missione sia disperata e presuntuoso e protervo sia chi ha indetto e voluto la vaccinazione obbligatoria. O meglio, il mood della comunicazione, quello che per istinto orecchiano e annusano e al cui vento i giornalisti mettono vele e timoni, è che vaccinazione obbligatoria è cosa giusta. In teoria, sul piano dei principi. Ma a farla davvero è una gran rottura di scatole per le famiglie, le Asl, i medici di famiglia, le scuole, i presidi…

Si lacrima e si piange sui tanti bambini da vaccinare, si lacrima e si piange anche al ritmo del classico “ci lasciano soli”. Scrivono accorati genitori sui social network: “chi ci viene ad avvertire, non dovremo mica sapere da soli se e quali vaccini i nostri figli hanno fatto e quali devono fare?”. Dio li scampi da questa immane fatica e da uno Stato che non risparmia loro nulla, neanche di doversi far carico della salute dei figli.

Si lacrima, e come poteva mancare, sulla scarsezza di personale nei centri di vaccinazione, nella Sanità, nella scuola, nella Pubblica Amministrazione…Si lacrima e si piange sul chi davvero si prende il carico e la responsabilità di controllare davvero e segnalare davvero i bimbi non vaccinati. E’ tutto un chi io? No, a me non compete…

Tutto il paese, tutta la società civile sono impegnati in una perfetta imitazione, anzi perfezionamento del Belushi che in Blues Brothers spiegava il suo non essere arrivato come sposo al matrimonio perché “la siccità, le cavallette, il terremoto…”. Più prosaicamente è un’intera comunità che si comporta d’istinto e di cultura come l’alunno che di fronte all’interrogazione argomenta: non  ho potuto studiare, nonna è stata male, il gatto ha vomitato…

Ma è anche qualcosa di più profondo e radicato del sottrarsi ad ogni minima responsabilità. E’ la certezza, anzi di più, è il diritto rivendicato a che non sia m ai per davvero e mai sul serio. Obbligo davvero obbligatorio appare e viene denunciato addirittura come “non democrazia”. Questa è non solo la cultura delle Paola Taverna (M5S) che dichiarano il decreto “violento” perché appunto obbligare va bene, ma mica obbligare davvero. La Taverna ci mette del suo, arriva a dire che il decreto obbligo vaccini è manovra anti M5S. M5S ha il problema di una base elettorale in cui abbondano quelli che “i vaccini son o un trucco delle multinazionali del farmaco”. Quindi M5S prova a fare il pesce in barile tra vaccini sì, vaccini no e finisce per propagandare una sorta di vaccinare un po’. Come l’un un po’ incinta, come fosse possibile.

Ma M5S è ancora una volta non l’eccezione ma la norma della società. Per un paio di decenni abbondanti una mala pedagogia sociale predicata dalla sinistra e nella quale alla fine la sinistra ha finito per identificarsi ha predicato che decidere, scegliere è…peccato sociale. Che i “tavoli di confronto” sono e devono essere eterni. Che nessun obbligo deve obbligare davvero. E negli stessi decenni la destra predicava e praticava che la legge è per gli ingenui e i pigri, per gli altri c’è l’aggiramento della legge, e delle regole, e dei doveri se ne faccia poi una barzelletta e ridiamoci sopra.

Altro che M5S che prova a far l’anguilla o i no vax che boicottano. Ci sono in abbondante corso due virus contro i quali non c’è vaccino: la vigliaccheria e la cialtronaggine del cittadino. Virus coltivati dal “paese legale” ed elevati a virtù dal “paese reale”.