Venezia, nomi 8 Serenissimi dell’assalto al campanile di San Marco nel ’97

di Redazione Blitz
Pubblicato il 2 Aprile 2014 - 11:12 OLTRE 6 MESI FA
Venezia, nomi 8 Serenissimi dell'assalto al campanile di San Marco nel '97

Venezia, nomi 8 Serenissimi dell’assalto al campanile di San Marco nel ’97

VENEZIA – Gilberto Buson, Cristian Contin, Flavio Contin, Antonio Barison, Luca Peroni, Moreno Menini, Fausto Faccia e Andrea Viviani. Questi i nomi degli 8 Serenissimi che l’8 maggio del 1997 assaltarono con un finto carro armato il campanile di San Marco a Venezia. Gli 8 partirono dalla provincia di Padova con un camion “travestito” da carro armato e issando la bandiera della Serenissima Repubblica di Venezia sul campanile inneggiando all’indipendenza.

Gigi Bignotti su Il Gazzettino racconta:

“Giunsero a Venezia, poco dopo mezzanotte, all’imbarcadero del Tronchetto, per imbarcarsi verso la loro destinazione: alcuni in tuta mimetica e armati di un fucile mitragliatore Beretta Mab 38, residuato bellico della 2° guerra mondiale, ma funzionante, salirono a bordo di un traghetto ACTV con il finto autoblindo e lo dirottarono su piazza San Marco.

Giunti in Piazza, alcuni dei partecipanti all’azione l’occuparono simulando di tenerla sotto tiro con l'”autoblindo”, mentre il resto del gruppo, scardinando la porta, salì in cima al campanile di San Marco. Qui fu issata la bandiera con il leone alato, simbolo della Serenissima Repubblica di Venezia, gesto dimostrativo che fu dichiarato dagli interessati essere l’obiettivo della loro azione”.

L’obiettivo dei Serenessimi era tenere la posizione dall’8 al 12 maggio e per farlo si erano anche muniti di viveri e provviste. Inoltre avevano un radiotrasmettitore per far sentire la propria causa:

“Gli uomini sul campanile erano in possesso di un radiotrasmettitore, già utilizzato in vari episodi di “pirateria radiofonica” a partire dal 17 marzo1997, per emettere abusivamente messaggi politici in tutto il Veneto sulle stesse frequenze della RAI (in particolare il TG1), coprendone le trasmissioni e incitare i veneziani all’insurrezione. I manifestanti comunicarono alle autorità, che nel frattempo avevano isolato la piazza, che avrebbero iniziato a trattare non appena fosse giunto un loro rappresentante”.

A parlare con i manifestanti fu l’allora sindaco Massimo Cacciari e la mattina del 9 maggio i carabinieri sgomberarono il campanile dai Serenissimi, che finirono a processo tra patteggiamenti, assoluzioni e condanne, scrive Il Gazzettino:

“Luigi Faccia: condanna a 4 anni e 9 mesi di reclusione per la manifestazione veneziana (scontati 3 e mezzo ed affidato ai servizi sociali) oltre ad una condanna a 6 mesi di reclusione per associazione sovversiva da parte del Tribunale di Verona, 5 anni e 3 mesi complessivi. Non aveva partecipato alla manifestazione, ma fu identificato come uno degli organizzatori dell’operazione e sedicente Presidente del Veneto Serenissimo Governo.

Giuseppe Segato (poi deceduto): condanna a 3 anni e 7 mesi di reclusione per il reato di eversione. Non aveva partecipato all’azione, ma fu identificato come “l’Ambasciatore Veneto” aspettato quella notte e come l’ideologo del gruppo.

Il 5 luglio 2011 la Corte di Cassazione ha assolto tre membri del gruppo dalle accuse più gravi, costituzione di banda armata e associazione sovversiva per finalità di terrorismo e di eversione dell’ordine democratico. Una prima domanda di grazia per Luigi Faccia fu presentata dalla moglie nel dicembre 1999, ma nel 2000 l’allora ministro della giustizia Piero Fassino, ne bloccò l’iter.