Violenze Capodanno in piazza Duomo, il racconto della vittima: la mancanza d’aria, le mani addosso

di Alberto Francavilla
Pubblicato il 14 Gennaio 2022 - 12:08 OLTRE 6 MESI FA
Violenze Capodanno in piazza Duomo, il racconto della vittima: la mancanza d'aria, le mani addosso

Violenze Capodanno in piazza Duomo, il racconto della vittima: la mancanza d’aria, le mani addosso (Foto Ansa)

Il racconto di una delle vittime delle violenze di Capodanno in piazza Duomo a Milano. La ragazza dice che le mancava l’aria, non aveva nemmeno la forza di gridare. E che si sentiva tante mani, decine di mani addosso, anche dopo essere caduta per terra. E’ una delle due ragazze aggredite dal branco. Aggressione della quale esistono anche testimonianze video.

Intanto uno dei fermati, un ragazzo di 18 anni, resterà in carcere. C’è il pericolo di reiterazione del reato, secondo i giudici. C’è il pericolo che possa commettere altre violenze, visto che, si legge nell’ordinanza, il ragazzo ha un totale “spregio” nei confronti delle persone.

La ragazza racconta le violenze di Capodanno in Piazza Duomo

“Siamo state (…) travolte da quest’orda. Venivamo spinte da dietro, e sbattevamo contro quelli davanti che ci respingevano. Siamo così cascate, e mi sono ritrovata per terra, senza riuscire a rialzarmi e sentendomi soffocare, ho iniziato a pensare di morire. Ero atterrita dalla paura, mentre la mia amica strillava. Io non riuscivo, ero stravolta dalla situazione e mi mancava il fiato”.

Lo ha messo a verbale, come si legge nell’ordinanza a carico del 18enne fermato per le violenze sessuali di Capodanno a Milano, una delle quattro ragazze aggredite nei pressi della Galleria Vittorio Emanuele II.

Il modus operandi di uno dei ragazzi del branco

Nell’ordinanza di 19 pagine del gip vengono riportati i verbali delle ragazze, in parte già emersi, e nei quali viene ricostruita anche la modalità con cui il branco selezionava, agganciava, circondava e violentava le giovani. “Tra la fermata della metro e l’albero di Natale – ha raccontato una delle vittime – un ragazzo nordafricano ha iniziato a importunare” una delle quattro amiche nei pressi della Galleria vicino al Duomo. “Le si parava spesso davanti, cercando di impedirle di camminare – ha spiegato -. Era basso, capelli scuri probabilmente ricci, di carnagione mulatta, con un giacchetto verde, l’età era presumibilmente compresa tra i 20 e i 25 anni”.

La ragazza “gli ha risposto a tono, allo scopo di allontanarlo. In quel momento il ragazzo era solo, tant’è che ho avuto la sensazione che, una volta che la mia amica lo aveva allontanato, fosse andato a chiamare i suoi amici”.

L’assalto del branco e le mani addosso alla vittima

Poco dopo, ha aggiunto la giovane, “siamo state aggredite da un’orda di persone (…) All’improvviso, ho sentito questa folla di persone: specifico che intendo dire che ho iniziato a sentire molte mani che mi toccavano (…) Presto siamo state accerchiate, e ci siamo trovate attorniate da persone nordafricane. In particolare, mi sentivo toccare da quelli dietro di me, mentre altri, posizionati davanti a me, mi davano le spalle e urlavano”.

“Ricordo almeno 30 persone, che mi toccavano e mi spingevano (…) Dando vari spintoni, ho chiuso gli occhi, come per difendermi e, nonostante le spinte e un inciampo, sono riuscita a non cadere e a liberarmi dell’orda, probabilmente con la forza della disperazione”. Lo ha messo a verbale, in lacrime davanti agli inquirenti, una delle ragazze vittime delle aggressioni sessuali di Capodanno a Milano, come emerge dall’ordinanza di custodia in carcere a carico del 18enne Mahmoud Ibrahim firmata dal gip Mascarino.

Gli aggressori, ha raccontato un’altra vittima, “si sono chinati verso di noi, non per aiutarci ovviamente, e i palpeggiamenti sono continuati, anzi sono peggiorati (…) queste persone, che potrei definire ‘innumerevoli’, continuavano a chinarsi sopra di noi, impedendoci di rialzarci”.

Capodanno Milano: le accuse nei confronti del 18enne

Il gip ha riconosciuto i gravi indizi a carico del 18enne per il caso degli abusi su quattro ragazze vicino alla Galleria Vittorio Emanuele II. Elementi basati sulla “descrizione univoca compiuta da tutte e quattro le testimoni”, l’individuazione “fotografica compiuta con ampio margine di certezza”, il rinvenimento “presso il domicilio dell’indagato di capi di abbigliamento in tutto e per tutto corrispondenti a quelli descritti dalle persone offese”.

Sarebbe stato lui anzi ad iniziare “ad importunare le quattro amiche al momento del loro arrivo in piazza del Duomo” e avrebbe dato il via all’aggressione del branco. Per questo episodio risponde di violenza sessuale di gruppo e rapina.
Non riconosciuti, invece, i gravi indizi nel caso degli abusi su due ragazze all’angolo con via Mazzini (accuse per lui di violenza sessuale di gruppo, rapina e lesioni), perché in questo episodio “l’unica certezza acquisita è che egli ebbe probabilmente ad assistere alla violenza”.

Il giovane nell’interrogatorio aveva negato le accuse: “C’erano degli egiziani, dei marocchini che hanno accerchiato queste ragazze. Io non ho partecipato. Mi sono fermato in Piazza Duomo”. Per il gip, infine, il 18enne potrebbe fuggire perché, tra le altre cose, “non risulta avere una fissa dimora”.

Mahmoud Ibrahim ha dimostrato “una chiara e consapevole adesione al progetto criminoso del gruppo di uomini che ha assalito” le vittime “con una carica di violenza così brutale che solo grazie all’intervento fortuito di alcuni soccorritori non è sfociato in conseguenze ulteriori e più gravi”. Lo scrive il gip Mascarino nell’ordinanza di custodia in carcere per il 18enne fermato due giorni fa nell’inchiesta sulle aggressioni di Capodanno a Milano. Per il giudice il giovane, che ha una “spiccata pericolosità”, ha agito “con modalità da ‘branco’” per soddisfare “le proprie pulsioni, in spregio a ogni forma di rispetto della persona”.