MOSCA – Una valigia-bomba messa nella stiva o in una cappelliera dell’aereo, come bagaglio a mano. Un attentato che potrebbe essere firmato dall’Isis. L’intelligence americana ha fatto questa ricostruzione della sciagura aerea del volo Metrojet costata la vita a 224 persone.
Londra ha sospeso i voli da e per Sharm El Sheik, appoggiando la tesi di una bomba. Più caute le fonti egiziane che parlano di esplosione di un motore, non si sa se per sciagura o per terrorismo.
Secondo la fonte della commissione investigativa egiziana, la causa dell’esplosione si potrà sapere solo dopo l’analisi dei frammenti trovati sui corpi delle vittime e sui resti dell’aereo. L’esperto ha poi confermato che le scatole nere hanno registrato un rapido calo di quota. “L’esplosione è stata forte, – ha dichiarato la fonte, che ha desiderato rimanere anonima – si sono disattivati contemporaneamente tutti i motori, cosa che ha provocato l’incendio e la distruzione del velivolo”.
La Gran Bretagna ha deciso di sospendere tutti i suoi voli sul Sinai, seguita poco dopo dall’Irlanda. Lo stop riguarda tutti i voli britannici in arrivo e in partenza da Sharm el Sheik, popolare località turistica egiziana sul Mar Rosso. L’aereo russo – si legge nella nota diffusa dall’ufficio del primo ministro da Londra – “può ben essere stato abbattuto da un ordigno esplosivo”. Di qui la decisione di fermare i sorvoli sul Sinai, per consentire un’analisi approfondita della situazione da parte dell’intelligence. Il premier David Cameron ha intanto convocato una riunione del comitato di emergenza Cobra.
Lo stop sul Sinai riguarda i voli in partenza e in arrivo a Sharm el-Sheik in queste ore, i cui decolli e atterraggi sono stati tutti rinviati, ha precisato un portavoce di Downing Street.
Gli Stati Uniti hanno ribadito che le notizie di rischi su quell’area non sono certo nuove. Il portavoce della Casa Bianca, Josh Earnest, ha detto che l’avviso della Federal Aviation Administration (Faa) all’aviazione civile su “rischi potenziali” di estremismo nel Sinai era già in atto mesi prima della tragedia. Tra l’altro – ha precisato – non ci sono aerei commerciali Usa che volano in quella zona. Se ci fossero, sarebbero già in atto misure.
L’Isis rivendica. La rivendicazione dello Stato Islamico è scontata ma non attendibile. I jihadisti hanno ovviamente tutto l’interesse a mettere una bandiera su una sciagura del genere, ma non è detto che ci sia la loro firma. In un nuovo messaggio diffuso sul web, l’Isis dice:”Non siamo obbligati a svelarvi il modo in cui abbiamo abbattuto l’aereo, ma ve lo diremo solo quando e come vorremo noi”.
“Voi controllate le scatole nere, visionate il relitto e provate a confermare che non è stato abbattuto, se ci riuscite”.