Kabul: “Colazzo, un uomo coraggioso”. I compiti dell’Aise

Pubblicato il 26 Febbraio 2010 - 14:25 OLTRE 6 MESI FA

Era un uomo coraggioso che ha consentito di salvare quattro suoi connazionali, prima di essere falciato mentre era al telefono con la polizia afghana, dai colpi dei talebani. Lo ha rivelato oggi il capo della polizia di Kabul, generale Abdul Rahmnan, rendendo omaggio all’italiano Pietro Antonio Colazzo di 47 anni,  perito nel drammatico attentato.

L’italiano, nativo di Galatina, in provincia di Lecce,  secondo quanto conferma ufficialmente la Farnesina era consigliere Diplomatico della nostra Ambasciata nella capitale afgana. Secondo fonti informate Colazzo era in realtà il numero 2 dell’Aise in Afghanistan, il servizio di informazione italiano per la sicurezza esterna.

L’Aise  ha preso il posto del Sismi con la riforma dei servizi segreti varata nel 2007. L’Agenzia ha il compito di ricercare ed elaborare tutte le informazioni utili alla difesa dell’indipendenza, dell’integrità e della sicurezza della Repubblica dalle minacce provenienti dall’estero.

In particolare, sono di competenza dell’Aise le attività di informazione per la sicurezza, che si svolgono al di fuori del territorio nazionale, a protezione degli interessi politici, militari, economici, scientifici e industriali dell’Italia; l’individuazione e il contrasto al di fuori del territorio nazionale delle attività di spionaggio dirette contro l’Italia e le attività volte a danneggiare gli interessi nazionali; le attività di contro proliferazione di materiali strategici.

Dallo scorso 4 febbraio il direttore dell’Aise è il generale Adriano Santini, che ha preso il posto dell’ammiraglio Bruno Branciforte.

Pietro Antonio Colazzo non è il primo 007 morto in missione all’estero. Il 24 settembre 2007, sempre in Afghanistan, venne gravemente ferito l’agente del Sismi (oggi Aise) Lorenzo D’Auria durante il blitz delle forze speciali britanniche compiuto per la sua liberazione. Trasportato in Italia, D’Auria – che era stato sequestrato insieme a un collega e al loro interprete afgano – morirà qualche giorno dopo.

Il 4 marzo 2005, a Baghdad, venne invece ucciso il funzionario del Sismi Nicola Calipari. L’auto sulla quale viaggiava, insieme ad un collega e alla giornalista del Manifesto Giuliana Sgrena venne crivellata dai colpi sparati da una pattuglia di militari americani ad un posto di blocco.