Cina. C’è ancora vita nella miniera, primi segnali dai 153 uomini intrappolati

Pubblicato il 2 Aprile 2010 - 21:36 OLTRE 6 MESI FA

C’è ancora vita nella miniera di carbone  Wangjialing in Cina. I 153 minatori intrappolati dal 28 marzo hanno dato i primi segnali da circa 250 metri di profondità. Colpi sui tubi, grida e un cavo metallico legato a una trivella fanno sperare i soccorritori che ormai avevano perso le speranze.  Immediatamente dalla superficie, come riferisce il quotidiano britannico Guardian, stanno scendendo viveri e acqua.

La miniera situata nella regione settentrionale dello Shangxi, maggior produttrice di carbone del paese, è stata inondata dall’acqua cinque giorni fa. Sul banco degli imputati, la direzione della struttura che non avrebbe effettuato i necessari controlli per la sicurezza. Una negligenza che ha permesso all’acqua infiltrata di sfondare i cunicoli e reso difficile il lavoro dei tremila pompieri.

Una settimana nera, per il settore minerario cinese. Ultimo incidente oggi, 2 aprile: un’esplosione di grisou ha ucciso almeno 12 minatori nella provincia centro-orientale di Henan, una trentina i dispersi.

Le miniere cinesi sono considerate le più pericolose al mondo: oltre 2.600 i morti solo nel 2009. Pechino chiude i siti privati a rischio ma sono pubbliche le proprietà che fanno registrare gli incidenti più gravi.