Immigrazione. Duemila salvati in mare tra Indonesia e Malesia

Pubblicato il 11 Maggio 2015 - 14:10 OLTRE 6 MESI FA
Membri della minoranza Rohingya

Membri della minoranza Rohingya

THAILANDIA, BANGKOK – Quasi duemila migranti, tra persone provenienti dal Bangladesh e dalla Birmania sono stati salvati nelle ultime 24 ore in diversi ritrovamenti al largo della Malesia e dell’Indonesia, a conferma dell’accresciuta intensità delle migrazioni a bordo di squallidi barconi verso il Sud-est asiatico negli ultimi mesi.

Oltre mille persone sono sbarcate illegalmente – e subito arrestate – domenica sera sulla spiaggia dell’isola malese di Langkawi, una meta turistica non lontana dalla Thailandia.

Nella provincia indonesiana di Aceh, un barcone con 400 migranti è stato ritrovato lunedi dopo che martedi altre 573 persone erano approdate vicino alla costa in barconi abbandonati all’ultimo dagli scafisti. I salvataggi multipli arrivano dopo che l’Onu ha stimato in oltre 25 mila i migranti bengalesi e Rohingya, minoranza musulana in Birmania, imbarcatisi tra e gennaio e marzo, il doppio dello scorso anno.

Secondo Chris Lewa dell’Arakan Project, un’associazione birmana che monitora la situazione dei Rohingya, 7-8mila migranti sono tuttora trattenuti su imbarcazioni al largo della Thailandia, dove i trafficanti li tengono spesso prigionieri fino al pagamento di un riscatto da parte delle famiglie. Negli ultimi dieci giorni, le autorità thailandesi hanno ritrovato fosse comuni con oltre 30 corpi in diversi accampamenti di migranti abbandonati al confine con la Malaysia.

L’operazione ha portato all’arresto di un sindaco locale e alla sospensione dal servizio di decine di ufficiali di polizia, sospettati di complicità con i trafficanti. Decine, forse centinaia di migliaia di Rohingya hanno lasciato via mare lo stato birmano di Rakhine, al confine col Bangladesh, dal 2012, dopo che violenti pogrom della maggioranza buddista hanno causato centinaia di morti e costretto oltre 120 mila persone in squallidi campi per sfollati.