Israele, in cambio di Shalit esce anche l’uomo che dirottò un bus

GERUSALEMME – C’è la studentessa che fece uccidere un 16enne israeliano. Il ragazzo che uccise con le sue mani un soldato. La giordana del massacro in pizzeria e l’uomo che dirottò un bus per farlo precipitare in un burrone. Martedì il soldato israeliano Gilad Shalit verrà liberato dopo 5 anni in cambio di mille prigionieri palestinesi. Lo scambio è stato accordato tra Israele e Hamas, i Palestinesi hanno presentato una lista dei primi 477 detenuti da liberare e  tra questi ci sono anche 27 donne. Secondo l’accordo 236 saranno “deportati” non si sa bene dove per evitare che compiano attentati in futuro. Tutte storie in grado di raccontare una guerra lunga anni, eccone alcune.

Amna Muna. Nel 2001 era una studentessa di 23 anni, su internet si presentava coma un’americana di passaggio, Sally. E su internet iniziò una corrispondenza con Ophir Rahum, 16enne israeliano. Concordarono un appuntamento, lei lo andò a prendere in macchina per portarlo in un luogo isolato. Tre miliziani di Al Fatah lo uccisero a colpi di kalashnikov. “Doveva essere solo un rapimento” disse lei.

Abdel Aziz Salha. Nell’ottobre 2000 due riservisti israeliani entrarono per errore a Ramallah e vennero condotti a forza in un commissariato. Qui vennero linciati, fuori dall’edificio la folla era inferocita. Un uomo, Salha, si arrampicò sulla parete esterna fino a raggiungere la sala dove si trovavano i due. “Vidi un soldato riverso sull’addome – dirà in seguito – Sulla schiena aveva piantato un coltello. Lo impugnai a mia volta e lo pugnalai due-tre volte. Poi lo strangolai con le mie mani”. Con le mani sporche di sangue Salha andò alla finestra per mostrarle alla folla. Un’immagine che gli israeliani non hanno dimenticato.

Ahlam Tamimi. Il 9 agosto 2001 la studentessa giordana Ahlam passeggia a Gerusalemme vestita all’occidentale insieme a un amico, Ezzedin. Lui ha una chitarra. Notarono una pizzeria affollata, l’ordine di Hamas era quello di fare una strage di ebrei. Lei si accomiatò, lui si diresse verso la pizzeria e fece una strage con l’espolivo nascosto nella chitarra. Furono 16 i morti, Ahlam venne condannata a 16 ergastoli. Lei ai giudici disse che le vittime israeliane erano poca cosa rispetto a quelle palestinesi.

Abdel Hadi Ghanim. Il 6 luglio 1989 Ghanim salì sul bus Tel Aviv-Gerusalemme con un forte desiderio di vendetta dopo che alcuni amici erano rimasti uccisi durante l’Intifada. Vide un burrone e in un attimo assalì il conducente e puntò il mezzo nella scarpata. In sedici rimasero intrappolati nel bus e morirono nel rogo. Lui si salvò e ha passato 20 anni in carcere. Ora verrà liberato, insieme ad altri 476.

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