Istanbul. Ex giornalista Bbc trovata impiccata in aeroporto

di Redazione Blitz
Pubblicato il 19 Ottobre 2015 - 12:49 OLTRE 6 MESI FA
Istanbul. Ex giornalista Bbc trovata impiccata in aeroporto

Istanbul. Ex giornalista Bbc trovata impiccata in aeroporto

ISTANBUL – Trovata morta impiccata nel bagno dell’aeroporto Ataturk di Istanbul, in Turchia, il 18 ottobre. Jacqueline Anne Sutton, ex giornalista della Bbc e operatrice di organizzazioni non governative di 50 anni, è stata trovata priva di vita in circostanze poco chiare. Per i media turchi la donna, il cui corpo è stato trovato con i lacci delle scarpe ancora stretti al collo, si sarebbe suicidata. Per gli amici però l’inviata di guerra sarebbe stata uccisa e il suicidio solo inscenato.

Repubblica scrive che la Sutton, Jacky per gli amici, era nervosa in aeroporto. Alcuni testimoni l’avevano vista molto arrabbiata per aver perso il suo volo per Erbil, in Iraq, non avendo altri soldi per comprare un nuovo biglietto:

“I media locali riferiscono che non aveva abbastanza denaro per acquistare un altro biglietto e poi è stata trovata morta nelle toilette un paio di ore dopo”, ha raccontato il corrispondente della rete pubblica britannica, Ben Ando. “Quello che esattamente è avvenuto – ha continuato – non lo si sa ancora”.

Una ricostruzione, questa, considerata risibile da chi conosceva Sutton. Christian Bleuer, un ricercatore che la conosceva bene, ha immediatamente twittato, quando si sono diffuse le notizie sulla morte della giornalista: “Jackie Sutton ha lavorato in Afghanistan&Iraq. Era la donna più dura che si potesse incontrare. E la polizia turca dice che si è uccisa perché ha perso un volo?”. Poi, in un altro “cinguettio”, ha rincarato la dose: “Non sono uno che crede alle cospirazioni, ma i turchi dicono che una videocamera di sorveglianza era malfunzionante dove la Sutton è stata assassinata”.

Nessuno sembra dunque credere all’ipotesi del suicidio, soprattutto per un motivo così banale dopo le sfide affrontate dalla Sutton:

“Sutton era una giornalista di lunga e provata esperienza. Dopo il lavoro allaBbc stava approfondendo la sua competenza presso il Centro per gli studi arabi e islamici all’università nazionale d’Australia. La sua ricerca era incentrata sul sostegno internazionale allo sviluppo per sostenere le donne professioniste dei media tra il 2003 e il 2013 in Iraq e Afghanistan. “Non solo era una studiosa eccezionale, ma un’amica di alto valore e una collega che ha dato grandi contributi al lavoro e alle attività del centro”, ha affermato il professor Amin Saikal.

Nulla nel suo profilo, insomma, fa pensare a una persona fragile. D’altronde anche il suo lavoro come direttrice pro-tempore dell’Institute for war and peace reporting (Iwpr) – una struttura che ha uffici in diversi Paesi colpiti da conflitti per sostenerne la stampa indipendente – dimostra che si trattava di una persona impegnata ancora a costruire, progettare, scrivere. Ma proprio in questa esperienza si situa un’altra circostanza destinata ad alimentare il sospetto: il precedente direttore per l’Iraq, Ammar al Shahbander, è stato ucciso in un attacco terroristico a Baghdad a maggio, assieme ad altre 17 persone”.